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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Pubblico impiego. Cassi (Cimo): “Bene il blocco dei co.co.pro. ma risolviamo il problema del precariato”

immagine 26 febbraio - Come annunciato dal Ministro Madia questa tipologia di contratti sparirà dal 2017, un buon segnale per la Cimo. Ma ora occorre rapidamente una legge che garantisca la stabilizzazione di chi è rimasto escluso da quella prevista dal recente Dpcm ed occorre un nuovo percorso di formazione ed accesso.
“Dopo che il Job Act ha eliminato i co.co.pro. dal 1 gennaio 2016, è arrivato l’annuncio del Ministro Madia che anche del pubblico impiego questi contratti spariranno dal 2017.
Pur non essendo d’accordo su questo rinvio di un anno, se una tipologia di contratto è svantaggiosa per il lavoratore non si comprende perché sia proprio il datore di lavoro pubblico a poter continuare ad utilizzarlo, è comunque un buon segnale. Se si aggiunge che anche il Ministro Lorenzin due giorni fa ha illustrato i danni che l’abuso del precariato ha portato e porterà al Ssn, promettendo a breve interventi correttivi, forse si incomincia a vedere uno spiraglio”.
 
È questi il commento di Riccardo Cassi, presidente nazionale Cimo che interviene sollecitando una legge immediata che ponga fine al precariato.
 
“Il precariato è un dramma che migliaia di colleghi vivono sulla propria pelle da anni – ha dichiarato in una nota – le che sta mettendo in crisi l’erogazione di servizi essenziali del Ssn.
Gli annunci però non bastano, occorre agire e presto. Occorre rapidamente una legge che garantisca la stabilizzazione di chi è rimasto escluso da quella prevista dal recente DPCM ed occorre un nuovo percorso di formazione ed accesso.
 
L’art. 22 che aveva fatto nascere speranze di un vero rinnovamento è fermo per l’arroccamento del mondo universitario che rifiuta, per l’Italia, quello che è normale in tutta Europa. Continuiamo a dirci che abbiamo uno dei migliori servizi sanitari del mondo, ma dimentichiamo che i medici che lo hanno costruito e mantenuto stanno andando in pensione ed i blocchi di turn over hanno impedito la “trasmissione del sapere” che avviene nelle corsie degli Ospedali e non nelle aule delle Università. Cosa aspettiamo ad intervenire?
L’analisi del Ministro Lorenzin è lucida e  concreta – ha concluso – allora che cosa impedisce l’attivazione delle soluzioni necessarie e non più rinviabili?”.
 
26 febbraio 2015
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