L’annunciata
integrazione dei nuovi Lea “non deve causare la dispersione di già scarse risorse”. E’ l’appello lanciato da
Elisabetta Brunello, direttore sanitario del Fatebenefratelli.
Ad esempio, sottolinea Brunello, il fatto che i Lea includano tipologie di assistenza, servizi e prestazioni sanitarie “che presentano, per specifiche condizioni cliniche, evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di salute, individuale o collettiva, a fronte delle risorse impiegate” non deve determinare “l’esclusione di quanto non risponde a tali evidenze oppure di ciò che non soddisfa criteri di economicità ed “efficienza”.
A 13 anni di distanza le tipologie di prestazioni verrebbero integrate in modo importante, includendo 110 nuove malattie rare, una serie di patologie croniche, nuovi vaccini, tecniche di fecondazione e screening neonatale. “Un allargamento – prosegue Brunello - nello stesso momento in cui si prevede una stretta sui controlli, a partire dalle prescrizioni, con l’obiettivo di arrivare ad una maggiore appropriatezza delle cure tagliando gli sprechi. Sappiamo che le malattie croniche richiamate (dallo scompenso cardiaco al diabete, all’osteoartrosi…) sono già comprese nei LEA attuali e i pazienti affetti da new entry vengono da sempre assistiti, sia per le prestazioni territoriali che per quelle ospedaliere, e le terapie sono interamente a carico del SSN”.
Le istituzioni sanitarie della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli, ricorda Brunello, si occupano da sempre anche di patologie croniche e sono fortemente impegnate nell’adeguarsi alle nuove indicazioni organizzative che vedono spostare sempre di più l’ambito di cura delle patologie croniche sul territorio per riservare il ricovero acuto all’ambito ospedaliero.
“Per noi, sia come medici che come Fatebenefratelli, è di fondamentale importanza proseguire lo sforzo nella direzione dell’appropriatezza e dell’efficienza nell’uso delle risorse e nell’applicazione di ogni modello che consenta di accogliere il malato nelle strutture e con le tecnologie e i presidi più coerente con le reali necessità della cura: è quello che vorrebbe ogni cittadino ed è quello che ci ha insegnato San Giovanni di Dio”.
E’ sulla base di queste considerazioni che, conclude Brunello, “auspichiamo che anche per queste nuove patologie croniche il governo attesti la volontà di integrare le migliori evidenze scientifiche nelle decisioni di politica sanitaria e di rimborsare con il denaro pubblico solo servizi e prestazioni sanitarie di documentata efficacia. E che viceversa, servizi e prestazioni sanitarie inefficaci, inappropriati o caratterizzati da una limitata costo-efficacia (low-value) non rientrino nei nuovi Lea”.