l Sindacato dei Medici Italiani (Smi) critica duramente le scelte di alcune regioni che “continuano a snaturare il servizio di emergenza-urgenza, prescindendo dagli accordi collettivi di lavoro nazionali e dalle normative che regolano il settore”.
Il 118 rischia di diventare una terra di nessuno, attacca
Fabiola Fini responsabile nazionale Smi del 118 Convenzionati,” in alcune realtà si mettono a lavorare sulle ambulanze gli specializzandi, sembrerebbe a titolo formativo, ma certamente senza le dovute tutele legali e assicurative; in altre regioni le vetture sono direttamente demedicalizzate, solo con volontari o infermieri. Tutto, pur di non ricorrere a chi ha adeguata formazione specifica per quella attività. Un assurdo dettato solo da mere logiche contabili, dalla necessità di fare cassa a scapito dei servizi per i cittadini”.
Pina Onotri, segretario generale Smi, chiede un intervento del ministro Lorenzin per “uniformare i percorsi assistenziale del 118, per garantire il rispetto delle normative e degli accordi di lavoro, cominciando dall'immediato passaggio a dirigenza dei medici 118 convenzionati e la stabilizzazione di tutto il precariato operante nel settore. Tutte misure necessarie per tutelare la professionalità dei professionisti dell’emergenza e, così, il diritto alla salute dei cittadini”.