Si continua a discutere della valutazione dei dirigenti del Ssn senza confrontarsi con i diretti interessati.
Per questo tutte le sigle sindacali della dirigenza del Ssn sono partite nuovamente all’attacco lanciando bordate verso Governo e Istituzioni che continuano ad escluderli dal confronto su una materia che li vede protagonisti indiscussi. Una materia, ricordano i sindacati (Anaao Assomed; Fp Cgil medici; Fassid; Cimo-Asmd; Aaroi-Emac; Cisl medici; Anpo-Ascoti-Fials medici; Fvm; Fesmed; Federazione Uil Fpl; Sds Snabi; Aupi; Sinafo; Fedir sanità; Sidirss) che riguarda la disciplina del rapporto di lavoro, in merito alla quale “la dirigenza del Ssn ha adottato, fin dal 1996, in recepimento della legislazione di riferimento, regole originali e all’avanguardia per la pubblica amministrazione, peraltro largamente eluse dalle Aziende Sanitarie”.
E quindi, avvertono i sindacati, nel caso si continuasse a procedere in maniera acritica “eserciteremo tutte le iniziative sindacali e giudiziarie per salvaguardare i diritti delle categorie professionali del servizio sanitario”.
A dare fuoco alle polveri è stato il convegno “Valutare Salute, la diffusione della cultura della valutazione nelle Aziende Sanitarie” – organizzato il 20 gennaio scorso dal Dipartimento della Funzione pubblica e da Formez PA, in collaborazione con Fiaso, Agenas – dal quale medici&co sono stati esclusi. Un convegno nel corso del quale sono stati presentati e dibattuti i risultati della sperimentazione del sistema di valutazione dei dirigenti del Ssn voluta dalla riforma Brunetta.
“Siamo costretti ad affidare le nostre critiche ad un comunicato – hanno denunciato i sindacati – dal momento che il Dipartimento per la Funzione Pubblica ha organizzato un convegno al quale hanno pensato bene di non invitare le organizzazioni sindacali direttamente coinvolte in questo processo, bensì la Fnomceo che, è bene ricordare, non svolge funzioni di supplenza. Non possiamo evitare di stigmatizzare la pervicacia con cui il Governo e le altre istituzioni coinvolte – hanno aggiunto – continuano ad escludere i legittimi rappresentanti dei Dirigenti del Ssn da un confronto su una materiain merito alla quale abbiamo adottato regole originali e all’avanguardia per la pubblica amministrazione”.
Anche perché, rincarano la dose i sindacati, i dati ufficializzati hanno dimostrato l’impossibilità di applicare una metodologia eccessivamente rigida e burocratica alle sofisticate e specifiche professionalità presenti in un mondo, come quello della sanità, troppo complesso ed articolato per essere costretto alle formule semplicistiche ideate dal Ministro Brunetta.
“Auspichiamo – hanno sottolineato – che le Regioni, sempre attente a difendere le loro prerogative costituzionali, ma finora silenziose e passive di fronte a evidenti ‘invasioni di campo’ che pretendono di dettare le regole di un gioco che pure si vuole federativo, sappiano contrastare con la loro indipendente legislazione un modello non adatto alla dirigenza del servizio sanitario. Nel caso le Aziende sanitarie – hanno concluso i sindacati – nonostante i nostri richiami alla legislazione speciale e ai contratti ancora vigenti, dovessero procedere in maniera acritica, eserciteremo tutte le iniziative sindacali e giudiziarie al fine di salvaguardare i diritti delle categorie professionali del servizio sanitario”.