L’articolo di
Saverio Proia secondo me è prezioso e illuminante. Non dice cose nuove, e siccome Proia, diversamente da altri, è in buona fede crede in quello che scrive, ed è coerente con ciò in cui crede, le tesi che sostiene si possono leggere già nei suoi articoli sulle competenze avanzate del 2012.
Per cui per quello che mi riguarda nei suoi confronti valgono le obiezioni già fatte dal 2012 ad oggi. E’ un articolo apologetico nel senso che difende giustamente l’ operato del suo ministero e però ci da due informazioni chiare:
· il comma 566 è una norma che “
mette in sicurezza” l’accordo sulle competenze avanzate che si è perso per strada
· il comma 566 è stata una proposta del ministero della salute
Sulla scorta di queste informazioni ritengo che la vera ed unica novità del comma 566 non sia nei contenuti, ma nel sancire il passaggio della questione “
competenze avanzate” dal piano tecnico della proposta, al piano politico della sua praticabilità, cioè dalla ipotesi si passa alla attuazione.
Dal punto di vista formale la responsabile politica del comma 566 è del ministro della salute Beatrice Lorenzin e non altri per cui il ministro è il nostro interlocutore naturale. Convinto come sono che il comma 566 si configura come un passaggio delicato, difficile, complesso prima di farmi una opinione mi rivolgo questa volta alla ministra Lorenzin per chiederle dei chiarimenti.
Signora ministra leggo, che il comma 566 è proposto come qualcosa di rivoluzionario destinato a cambiare organizzazione del lavoro, profili professionali, genere di servizi, rapporti tra professioni quindi forme storiche di cooperazione inter lavorativa, a favorire transiti da professioni generiche a professioni specialistiche, a perseguire scopi di risparmio, a riallocare professioni, a redistribuire competenze da professioni ad altre professioni..ecc.
Ma da quel che vedo, il comma 566 è costituito da ben 7 righe e mezzo, e da quel che leggo esso sembra proposto, forse in modo eccessivamente enfatico, come un gene frutto delle bioteconologie ministeriali, regionali e sindacali cioè come figlio di cento albumi, dal quale dovrebbe nascere non tanto e solo delle nuove professioni cioè dei nuovi ibridi, ma addirittura un nuovo sistema sanitario. Questa supposta riforma si legge nel comma 566 dovrebbe essere attuata con un accordo tra governo e regioni e le rappresentanze dei profili sanitari interessati....le chiedo prima di tutto se i medici sono ammessi a questo accordo oppure no...cioè se tra i profili interessati alla riforma rientrano anche loro oppure no. La mia domanda, signora ministra, come potrà capire si spiega con il fatto che sino ad ora quello che è stato definito “
accordo sulle competenze avanzate” è stato concepito come rottura con i medici e quindi come un accordo separato. Da parte mia troverei alquanto pericoloso ripensare la “costituzione” delle professioni o il loro patrimonio genetico senza coinvolgere tutte le professioni.
Immagino signora ministra che la riforma che lei propone avvalendosi della forza della legge di stabilità, abbia il sostegno di una solida base di conoscenze programmatiche, cioè immagino che quello che come ministero proponete si basi su dei dati e su previsioni cioè su un programma di cambiamenti altrimenti temo che l’improvvisazione ideologica nuoccia alla tenuta del sistema più delle bombe d’acqua. Si citano come esperienza consolidata il
see and treet della Toscana ma il numero di infermieri coinvolti in questa esperienza rispetto alla totalità degli infermieri toscani è infinitesimale.
Mi vuol dire sul piano previsionale quanti infermieri saranno coinvolti nel processo di specializzazione, quanti infermieri resteranno nella loro attuale condizione, quante sono le professioni coinvolte nel processo di redistribuzione delle competenze e soprattutto quanti operatori perderemo o guadagneremo in termini di mercato del lavoro? Cioè siccome il primo scopo è quello del risparmio, quali saranno secondo il suo ministero gli effetti sul mercato del lavoro delle operazioni di demansionamento di alcune professioni e di rimansionamento di altre professioni?
Infine una ultima domanda. Tutti parlano di una grande occasione per riorganizzare il sistema.. .immagino che i modelli di riorganizzazione siano già definiti nella vostra base programmatoria...ma se l’intera operazione è a costo zero, se le professioni ammesse alla concertazione sono quelle sanitarie, e l’operazione di fatto si riduce a demansionare/rimansionare le professioni...scusi signora ministra, ma di quale riorganizzazione state parlando? Da quello che leggo e nonostante le chiacchiere sull’integrazione, la multidisciplinarietà ecc, l’unica organizzazione che riesco a intravedere è quella che si basa sul presupposto di separare la clinica dall’assistenza e quindi di organizzare due sistemi paralleli ma separati.
Spero di sbagliarmi ma le dico subito, con tutto il rispetto per la sua funzione istituzionale, che se avete in mente questa aberrazione vorrebbe dire che siete disposti a segare in due il malato, mezzo ai medici e mezzo agli infermieri, e in questo vedo molta, molta irresponsabilità.
Ivan Cavicchi