Ecco il testo del comunicato stampa a firma Fofi e Camera di Commercio di Milano:
"A seguito del risalto dato dai media a un’analisi della Camera di Commercio di Milano sul loro registro delle imprese, la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, d’intesa con la stessa Camera di Commercio, ritiene necessarie alcune precisazioni. La crescita del 72,3% citata nel comunicato - che riguarda in modo più ampio il settore del benessere - si riferisce alla variazione del numero di farmacie attive nel registro delle imprese della Camera di Commercio tra il terzo trimestre 2009 e il terzo trimestre 2010, secondo il sistema di classificazione Ateco dell’Istat; iscrizione che, giova ricordarlo, è volontaria per chi non è un’impresa ma obbligatoria per le imprese. Il “boom” delle farmacie citato dal comunicato si riferisce quindi esclusivamente a questo dato e non al fatturato o ad altri indici di redditività, né al numero di nuove farmacie aperte nel periodo in esame. Il registro coglie infatti il dettaglio di una parte del settore e in particolare di quelle attività che hanno deciso di iscriversi in quanto imprese, ma che rispetto alla totalità costituiscono circa un’attività su sette. Infatti, le farmacie lombarde sono complessivamente 2.782 tra private (2.357) e pubbliche (425), mentre nel registro della Camera di Commercio risultano attive, nella micro categoria Ateco/Istat Farmacia, 206 imprese al terzo trimestre 2009 e 355 nello stesso periodo del 2010. Ecco perché la Camera di Commercio di Milano parla di un aumento del 72,3% delle farmacie: sono appunto le farmacie che risultano attive al Registro. Speriamo così di aver fugato ogni equivoco al riguardo, visto che la realtà del settore, tra diminuzione dei prezzi dell’etico e misure di contenimento della spesa sanitaria, registra una flessione della redditività che allarma la Federazione anche sotto il profilo occupazionale".
12 gennaio 2011
© QS Edizioni - Riproduzione riservata