“Non si tratta di spending review, ma ancora una volta di tagli lineari quelli preanannunciati dal Governo e subito rimpallati in tutti i talk show dalla schiera dei fidi collaboratori, con una disinvoltura incredibile”. Questo il commento del Segretario Generale della Uil-Fpl,
Giovanni Torluccio, sulla volontà del Governo di non fare passi indietro nel tagliare ulteriori 3 miliardi di Euro dal Fondo sanitario nazionale, anche dopo le dure proteste di molti Governatori.
“Ci chiediamo se questi stessi personaggi che seduti comodamente in salotti televisivi dichiarano l’assoluta ovvietà di reperire i 3 miliardi di Euro dal Fsn, abbiano mai fatto la fila ad un CUP per prenotare un esame diagnostico e vederselo assegnato dopo 6 mesi e più. O se siano mai capitati in un Pronto Soccorso, dove le persone restano anche giorni per la mancanza di posti nei reparti. Se sanno - ha proseguito il segretario generale Uil-Fpl - che a causa degli organici sempre più assottigliati da anni di blocco del turn over la sicurezza e la continuità delle cure viene messa a rischio, nonostante i turni massacranti a cui sono sottoposti gli operatori. La verità è che i posti letto e le dotazioni di personale non si fanno con le slide e tantomeno con gli annunci. A fronte di questa drammatica situazione, pensare di tagliare anche un solo euro sulla sanità è una vergogna - prosegue Torluccio “ed è una ipocrisia affermare che questi sono 'risparmi': i risparmi si fanno a valle, ma se riduco a monte il finanziamento allora sono tagli, gli ennesimi, che al solito cadranno sulla sanità in maniera assolutamente indiscriminata, colpendo spesso chi aveva già operato seri progetti di riorganizzazione e razionalizzazione”.
“Proseguendo su questa strada - ha concluso Torluccio - finiremo come molti altri Paesi del mondo, dove prima di effettuare una semplice analisi chiedono la carta di credito. Corriamo il rischio di creare una sanità dove solo i ricchi potranno curarsi. Tagliare il Fondo sanitario nazionale oggi vuol dire tagliare servizi ai cittadini. Chi lo fa si assume la responsabilità di mettere in discussione il diritto alla salute, sancito nella nostra Costituzione”.