"La lotta agli sprechi è una necessità per garantire una buona sanità pubblica, rispettando gli standard di qualità e sicurezza delle prestazioni, ma per tagliare realmente gli sprechi senza minare le fondamenta del servizio sanitario ai cittadini è necessario coinvolgere nella riorganizzazione del sistema tutti gli operatori che ogni giorno lavorano con sacrifici e difficoltà”. Lo ha dichiarato
Diego Piazza, presidente dell’Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani.
“Ad oggi la spesa sanitaria pubblica è di molto inferiore alla media europea, ma siamo comunque disponibili a discutere di tagli, non ci spaventa. Quello che non è accettabile è l’assenza di un percorso definito e le finalità che portano ad intraprenderlo. Con le risorse economiche a disposizione, e con un sistema con centri di spesa decentralizzati - ha proseguito Piazza - quali sono le prestazioni che possono essere fornite ai cittadini dalla sanità pubblica? Il rischio è quello di non avere più i mezzi per soddisfare i bisogni dei pazienti. Un esempio per tutti: In Sicilia su dodici centri che hanno attivato le procedure per la fecondazione eterologa solo uno appartiene al servizio sanitario pubblico, mentre gli altri undici sono privati”.
“Se si vogliono spostare gli attori sanitari verso il comparto privato e si vuole subappaltare una fetta del sistema sanitario il governo deve avere il coraggio di dirlo”, ha concluso il presidente Acoi.