“Il DPCM dopo le modifiche del MEF è davvero inaccettabile. E’ peggio della bozza concordata a dicembre e lascia irrisolti molti problemi con il solito martellante richiamo ai vincoli economici”. Con queste parole
Mauro Mazzoni, coordinatore FASSID, si unisce al coro di critiche contro la bozza del Dpcm sui precari presentata lo scorso 3 giugno. “Salva al massimo un 10% dei precari, finiamo peggio degli esodati”.
In particolare, per Mazzoni è “sconvolgente il fatto che non preveda deroghe alle regioni in piano di rientro, dove il fenomeno del precariato incide in misura maggiore. Esasperante la conferma che possono partecipare ai concorsi riservati solo i dirigenti medici e sanitari che abbiano un rapporto a tempo determinato e subordinato. Avvilente il fatto che non si preveda di estendere alcun beneficio al 118, senza sviluppare alcun ragionamento sulla specializzazione di medicina di emergenza-urgenza. Forse dimenticando che siamo finiti sui telegiornali di tutto il mondo solo lo scorso gennaio per le condizioni dei nostri Pronto Soccorso. Non posso che concordare – prosegue - con il forte dissenso di tutte le sigle sindacali per questa ennesima presa in giro del nostro lavoro e del Servizio Sanitario Nazionale, mai così a rischio. E sperare in
Vito De Filippo, il sottosegretario della Salute che si è impegnato sulla necessità di reinserire nel Dpcm il riferimento alle linee guida sul personale approvate dalle Regioni nel 2011 per applicare il Dl 78/2010”.
Per Mazzoni “è apprezzabile che Il Ministero della Salute concordi sempre più spesso con le analisi dei sindacati medici, ma non possiamo non rimpiangere i molti mesi persi nel cercare di risolvere una questione strategica per la tenuta dei servizi sanitari e la vita di moltissimi medici e delle loro famiglie.”. La Fassid chiede infine di attivare subito un nuovo tavolo per definire una volta per tutte lo status giuridico del medico dipendente Ssn e gli standard organizzativi minimi in sanità, e contare gli atipici esclusi dalla stabilizzazione.