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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Lavoro e Professioni

"Tripadvisor" della salute. Per il 73% degli italiani meglio i consigli dei medici. L’indagine Ispo

immagine 30 maggio - Per il 40% dei medici di famiglia e il 51% degli specialisti, inoltre, i portali che danno informazioni sulla qualità degli ospedali sono strumenti "inopportuni". Ma l’Ispo ha indagato anche il livello di conoscenza di cittadini e medici su questi portali ed è emerso che è molto scarso. Insomma, la salute online non conquista gli italiani. L’INDAGINE.
Il medico di famiglia è ancora il riferimento principale degli italiani per la scelta delle cure ospedaliere. Tanto la conoscenza e il giudizio degli italiani, ma anche dei medici, sui portali e i sistemi realizzati da fonti autorevoli (ministero della Salute e Università Cattolica) per fornire informazioni sulla qualità delle strutture ospedaliere è molto scarsa da una parte e non particolarmente positiva dall’altra.

A rilevarlo è un’indagine condotta da ISPO Ricerche di Renato Mannheimer e presentata oggi a Venezia durante l’Assemblea generale di Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata, che si tiene in questi giorni a Venezia.

Lo studio ha posto sotto osservazione tre diversi campioni di indagine:

- quello rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, costituito da 2.000 individui (con particolare riferimento a chi ha avuto una esperienza di ricovero negli ultimi 12 mesi) VEDI I RISULTATI

- il campione dei medici composto da 200 medici di medicina generale e 100 medici specialisti VEDI I RISULTATI.

Dai risultati dell’indagine è emerso che, per quanto riguarda il campione relativo alla popolazione, la scelta dell’ospedale è per il 73% dei casi operata sulla base di quanto consigliato dal medico di famiglia e solo il 3% di questo campione giudica come opzione autorevole le informazioni contenute nei portali internet (l’analisi si è concentrata su in particolare sui siti ‘dovesalute.gov.it’, curato dal Ministero della Salute  e basato su un sistema simile al TripAdvisor per le vacanze) e ‘doveecomemicuro.it’ (curato da un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica. Per i medici l’indagine ha chiesto anche una valutazione del Piano Nazionale Esiti dell’Agenas).

In generale, il livello di conoscenza dei portali che offrono informazioni relative all’attività ospedaliera è per tutti e tre i campioni analizzati ancora molto scarsa: 2 italiani su 10 e solo il 3,8% dichiara di utilizzarli, non riuscendo comunque a ricordare spontaneamente il nome del portale, se non nello 0,1% dei casi. E più in generale, considerando l’intero campione, soltanto l’1,3% ha saputo indicare uno dei tre portali dedicati agli ospedali (ricordo sollecitato, stavolta non spontaneo).

E se la popolazione generale si affida ancora poco a questi portali, il dato che sorprende maggiormente è quello relativo ai medici. In questo caso il livello di conoscenza dei portali è ancora più limitato: oscilla tra l’1% e il 2% riguarda sia tra i medici generici che tra gli specialisti la percentuale di coloro che li conosce bene o abbastanza bene.

Per quanto riguarda i medici generici e specialistici, la domanda sul livello di utilizzo dei portali si è dovuta limitare al sottocampione di quanti, almeno per sentito dire, avevano dichiarato di conoscere i portali “dovesalute.gov.it” e “doveecomemicuro.it”, riscontrando livelli molto bassi in termini di utilizzo come strumento di lavoro (“qualche volta”, nel 7% del campione generici e nel 6% del campione specialisti), ma anche in termini di suggerimento di utilizzo per i propri pazienti (4% e 3% per i rispettivi campioni medici).

In merito alla validità del sistema cosiddetto “Tripadvisor”, proposto dal Ministero della Salute, il campione popolazione si spacca: più della metà lo ritiene al momento inaccettabile, ma proponibile nel caso vi fosse un ente garante della correttezza delle informazioni. Sulla promozione di sistemi “Tripadvisor”, i medici di medicina generale si sono dichiarati più scettici (51%) rispetto ai colleghi specialisti (40%), dichiarando di considerarne “non opportuno” l’utilizzo.

L’autovalutazione sull’influenza dei portali (dato “qualitativo” perché riferito ad un campione ristretto, ossia al già citato 3,8% della popolazione che ha dichiarato di averli utilizzati) fa registrare risultati discreti: il 51% li utilizzerà ancora, il 49% ne consiglierebbe l’utilizzo ad un amico/conoscente ed il 35% è stato effettivamente orientato nella scelta della struttura utilizzata.

Ai medici è stata chiesta una loro valutazione sull’utilizzo/influenza dei portali tra i loro pazienti, ottenendo risposte molto negative (“poco o nulla” nell’80% dei casi per i generici e nel 77% dei casi per gli specialisti).

L’ultimo quesito permetteva di esprimere un giudizio sulle caratteristiche dei portali in termini di utilità e di fruibilità: le valutazioni sono state generalmente positive.

In definitiva, sembra sia ancora molto lontana la sostituzione del parere del medico con gli strumenti per ora offerti da internet. Di fatto l’indagine ha esaminato servizi on line molto nuovi, ma sembra che gli italiani siano per il momento ancora restii ad affidarsi, per quanto riguarda la salute, a internet.
30 maggio 2014
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