La programmazione del numero chiuso per l'accesso alle scuole di Medicina e Chirurgia del 2014/2015 comporterà tra 6 anni circa 8000 nuovi laureati (9.500 – un 15% di ritardi). Oggi i contratti di formazione specialistica disponibili sono circa 3.300, cui aggiungere 900 borse per la formazione di Medicina Generale. In mancanza di risorse integrative i neo-laureati che rimarranno senza la possibilità di proseguire l'iter specialistico nei prossimi anni saranno circa 3.500, determinando un ampliamento delle sacche di precariato. Lo sostiene Anaao Giovani che “pensa sia questa la base da cui si levano le preoccupazioni di studenti in medicina e di giovani medici nella mobilitazione del 2 aprile, testimoniando come la formazione medica sia diventata una vera ‘emergenza sociale’”.
“Preparare un medico è un processo molto costoso – sottolineano i Giovani dell'Anaao - , sia in termini economici che di impegno organizzativo, per la collettività e per gli studenti, e le loro famiglie. La spesa media sostenuta da uno studente per l'intero corso di laurea (6 anni) è di circa 8.150 euro, mentre di circa 10.000euro è il costo sostenuto per specializzarsi. La spesa dello Stato per i 6 anni di laurea, come Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), ammonta a circa 24.800 euro e “specializzare” un singolo medico impegna circa 128.000 euro per un costo totale superiore a 150.000 euro per l'intero iter formativo di 11 anni (fonte: statistica MIUR e portali atenei). Consentendo, nell’anno accademico 2013/2014, l'accesso alle scuole di Medicina e Chirurgia di 10.000 nuovi studenti lo Stato ha impegnato, quindi, una spesa complessiva per la loro completa formazione pari acirca 1.5 miliardi di euro”.
Dunque per Anaao Govani “il nostro Paese spende molto per formare i propri medici e non pone rimedi strutturali per evitare fughe in altri Paesi Europei ed extra Europei (Francia, Germania, Svezia, Regno Unito, Australia) oggi più che mai alla ricerca di medici, cui offrire varie e interessanti soluzioni lavorative. Siamo di fronte non solo ad una fuga di cervelli, ma ad una emorragia economica di dimensioni nazionali e transnazionali”.
Questo fenomeno è da imputare ad “una politica antitetica rispetto ad una logica programmazione ha creato un imbuto sempre più stretto per l'accesso ai vari step della formazione fino al colpo di grazia del blocco delle assunzioni e della riforma pensionistica, che, di fatto, hanno impedito l'ingresso dei giovani nel SSN. Il ricorso al Fondo Sociale Europeo (FSE), quale soluzione tampone per l'aumento dei contratti di specialità, appare essere una cosmesi semplicistica di un problema tutto italiano, complicato dalla carenza di veri percorsi professionalizzanti e da una elevata età di accesso al mondo del lavoro”.
Per queste ragioni Anaao Giovani “non ci sta ad avallare ciò che parrebbe la soluzione più comoda, ovvero “scappare” dal nostro Paese. Per i prossimi anni l’incontro tra formazione e mondo del lavoro deve costituire un nuovo modo di affrontare problematiche formative, occupazionali e di sistema.Per non rinunciare per inerzia al cambiamento invitiamo tutti i giovani medici ed i futuri a iniziare un percorso virtuoso che ci conduca a recuperare i valori di una professione che ci è stata scippata negli anni da logiche di pseudoeconomia e dall'assenza di processi organizzativi e gestionali. Occorre una riforma strutturale della formazione medica che parta dalla corretta programmazione dei fabbisogni e da un cambiamento dei contenuti e delle metodologie professionalizzanti per continuare a garantire gli elevati standard di cura che il nostro Sistema Sanitario offre insieme con le prospettive professionali delle nuove generazioni di medici”.