Oggi hanno tra i 51 e i 59 anni e quindi tra dieci o quindici anni andranno in pensione. Sono il 62% dei medici di famiglia, il 58% dei pediatri di libera scelta, il 55% degli specialisti ambulatoriali convenzionati e il 48% dei medici dipendenti dai Servizi Sanitari Regionali e dalle Università. In tutto, circa 115mila professionisti, la cui assenza potrebbe creare una voragine nel nostro sistema sanitario, visto che sono assai meno numerosi i giovani che si stanno preparando a sostituirli.
Per questo si parla oggi di una vera “emergenza formativa” e questo problema sarà al centro della II Conferenza nazionale della Professione medica, che si terrà oggi e domani a Roma nel Salone delle Fontane dell’Eur, sotto il titolo “La qualità professionale per la qualità delle cure”.
“Abbiamo posto il tema della qualità professionale – spiega il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco – nella prospettiva di rafforzare un fondamento critico per la sostenibilità del nostro sistema di cure e di quei preziosi valori di equità, solidarietà, universalismo dei destinatari di cui, oggi, è insostituibile espressione materiale”.
La qualità è dunque premessa indispensabile anche per affrontare il nodo della formazione medica: “La moderna formazione di un medico – continua Bianco - è una complessa “costruzione” educativa, culturale, tecnico-scientifica, che ha ampi risvolti civili e sociali e rispetto alla quale occorre condividere le responsabilità, le esperienze, le intelligenze e le competenze di tutti i soggetti, vecchi e nuovi, con il fine ultimo di tutelare la centralità dei diritti del cittadino sano e malato”.
Questo nodo problematico è stato affrontato nel “Progetto per la qualità professionale del medico”, che verrà presentato oggi nel corso del Convegno e di cui anticipiamo alcuni passaggi, con l’obiettivo di “costruire” un professionista che sappia governare l’evoluzione delle conoscenze tecnico-scientifiche, avvicinando, nel curriculum formativo, all’acquisizione di tali competenze quella di contenuti più strettamente umanistici, ovvero l’attenzione alle relazioni con i pazienti e alle organizzazioni sanitarie, sempre più caratterizzate da complessità gestionali, tecnologiche e di multi professionalità.
Progetto per la qualità professionale del medico
(anticipazioni)
Questo progetto, che si fonda su un processo continuo e integrato, che parte dall’accesso agli studi di medicina e si conclude al termine della vita attiva professionale deve misurarsi non solo con l’evoluzione dei saperi tecnico-scientifici, ma anche con le nuove definizioni, i nuovi orizzonti e le diverse legittimazioni culturali e civili che costantemente ridisegnano gli scopi della medicina e della sanità.
Non solo, quindi, formazione universitaria, ma anche formazione continua post laurea: nel nostro sistema è purtroppo in forte ritardo una cultura della promozione e della valutazione della qualità dei professionisti e dei servizi, di standard ed indicatori di performance e competence di singoli, delle équipes e delle organizzazioni sanitarie, di sistematica produzione e diffusione di buone pratiche (linee guida, protocolli, percorsi di cura etc.). Una criticità che sarebbe sbagliato e controproducente pensare di risolvere affrontandola “dalla coda”, attraverso l’esclusivo potenziamento di modelli burocratici, inquisitori e sanzionatori di controllo.
In questo progetto un ruolo fondamentale deve essere svolto dalle Società Medico Scientifiche, che storicamente hanno coltivato la raccolta e la diffusione dei nuovi saperi scientifici e delle nuove competenze, realizzando al più presto un modello di accreditamento istituzionale, al fine di garantire il loro riconoscimento in ruoli di interlocutori stabili, affidabili ed autorevoli delle istituzioni sanitarie e dei decisori in sanità.
Lo stesso nuovo sistema di Educazione Continua in Medicina (Ecm) può, in prospettiva, offrire al bisogno di formazione continua dei medici e di tutti i professionisti sanitari non un frammentato e disorganico universo di soggetti a vocazione formativa, non sempre trasparenti, efficaci ed indipendenti, ma solo provider in grado di garantire lo sviluppo e la continuità di un sistema formativo affidabile e calibrato sulle esigenze dei singoli professionisti e delle organizzazioni nelle quali operano.