Fazio è “un ministro antiliberale che non vuole i farmaci di fascia C fuori dalle farmacie perché pensa che sia il luogo, la farmacia, e non il professionista a garantire la sicurezza ai cittadini. Un ministro che bada solo a tutelare gli interessi forti”. Questo il duro commento della Federazione Esercizi Farmaceutici sull’
intervento del ministro alla convention di Federfarma svolta a Milano nel fine settimana scorso.
Intervento durante il quale, secondo i parafarmacisti, Fazio si è espresso come “il ministro dei 17000 titolari di farmacie e non dei cittadini italiani”, dimostrando, “ancora una volta, la volontà di voler fare il contrario di quello che un Governo che si dice ‘liberale’ dovrebbe fare, cioè favorire l'impresa privata e combattere le posizioni di monopolio che sono nocive alla professione ed allo sviluppo del Paese. Vendere i farmaci senza la presenza del farmacista vuol dire svilire la professione, far chiudere 3300 aziende private che pagano tasse allo Stato e creare altri 6000 disoccupati”. “Ci auguriamo – conclude la nota della FEF - di non dover assistere all'arrampicata di qualche torre da parte di colleghi farmacisti esaperati da una politica che vuole buttarli in strada senza alcuno scopo di risparmio pubblico ma con l'unico scopo di favorire chi gode di una esclusiva posizione di vantaggio professionale ed economico”.