Nell'Unità Operativa oncologica dell'Ospedale Cardarelli di Napoli il 36,4% degli errori è legato alla prescrizione delle cure, il 35,5% alla somministrazione, il 21,5% alla preparazione delle terapie, il 6% alla loro trascrizione. Sono alcuni dei dati resi noti da da Claudio Clini, della Fondazione Policlinico Tor Vergata, durante la tavola rotonda: “Qualità e sicurezza nei percorsi oncologici” svolta nell’ambito del V Forum Risk Management in Sanità in corso ad Arezzo.
Errori e disattenzioni che, se segnalati, potrebbero far individuare delle soluzioni efficaci, ma la reticenza del medico a segnalarli è ancora una barriera difficile da superare. “Ad esempio – ha spiegato Clini – negli Stati Uniti solo il 30% dei medici si sono dimostrati disponibili a segnalare un proprio errore”.
All'incontro ha partecipato anche Giuseppe Navarra dell’Università di Messina, il quale ha sottolineato che:”bisogna procedere su questa strada, ma con dei finanziamenti adeguati ad implementare le tecnologie che permettono di individuare gli errori e i rischi provocati-. È esorbitante il numero di esami radiologici che vengono effettuati inutilmente” ha aggiunto Navarra spiegando che “gli attori non son più coloro che lavorano a diretto contatto con i pazienti affetti da tumore, ma sono anche i medici generici e degli ambulatori dove si fa screening e diagnostica”.
Navarra ha concluso tracciando un percorso di metodo:”Bisogna cambiare il modo impostare il trattamento, che deve essere deciso solo dopo una riunione tra i vari protagonisti e soltanto dopo che si è concordato e condiviso alcuni aspetti chiave".