La stato di agitazione (e la minaccia di sciopero) indetto dalla
Fimmg per premere sul rinnovo della convenzione non raccoglie per ora la solidarietà delle altre sigle sindacali della medicina generale. Dopo lo
Smi, anche lo Snami, con un altro punto di vista ancora, critica la scelta del sindacato maggioritario.
“Stupore amaro – apre così la nota Snami - nel sindacato autonomo per le recenti notizie apparse sulla stampa di settore secondo le quali il sindacato maggioritario preme per accelerare il rinnovo della convenzione nazionale, visto che sarebbe a costo zero per la Parte Pubblica”.
“Non c’è mai fine alle esternazioni preliminari al festival del grottesco - commenta
Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami - Qualcuno dimentica qualche “piccolissimo” particolare dal peso “trascurabilissimo” di qualche tonnellata: si andrebbe a rinnovare senza neanche un centesimo a disposizione. Si prevedono costose novità che non si sa chi pagherà, anzi probabilmente si sa: i Medici, in veste di “invitati paganti” ad un dispendioso pranzo a zero portate. E come antipasto, si fa per dire, da subito taglio degli stipendi ai Medici con decurtazione degli incentivi per le associazioni e le segretarie. In compenso, però, aumenterebbe il lavoro da svolgere. Insomma uno di quegli ‘affaroni’ tipo l’acquisto della fontana di Trevi in cui tu invece di sorridere schernendoti brami per concludere il business del secolo”.
“Cosa andiamo a rifondare - commenta
Francesco D’Accardi, presidente di Snami Marche - senza finanziamenti e con le fughe in avanti dell’immaginazione infantile di chi pensa che le case della salute si possano edificare con le costruzioni del ‘Lego’ e che i soldi del ‘Monopoli’ abbiano valore corrente?”.
“Allora stiamo con i piedi per terra - conclude Angelo Testa - e lavoriamo per mantenere e se possibile migliorare ciò che ancora abbiamo, senza passare dalla «demolizione» della nostra figura e del nostro ruolo. Chi ha la bramosia di aprire operazioni in perdita se ne assuma la responsabilità nei confronti di una categoria sempre di più in sofferenza economica e stanca di ‘giochini’ con cui si trastullano i ‘soliti noti’ ma che possono mettere a repentaglio il posto di lavoro dei Medici e un’assistenza decorosa ai pazienti”.