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QS Edizioni - martedì 26 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Federazione esercizi farmaceutici: “Federfarma vuole regole solo a garanzia dei titolari di farmacia”

immagine 24 novembre - Le affermazioni di Federfarma sono “false e strumentali”. È dura la replica della Federazione Esercizi Farmaceutici (Fef) ai titolari di farmacia, contrari alla vendita dei farmaci di fascia C negli esercizi commerciali. “La professionalità non dipende dal numero e dalla posizione delle farmacie ma dal farmacista che vi opera”, sottolinea la Fef.
L’efficienza del servizio e la sicurezza per i cittadini sono garantite dal farmacista e non dal numero e dalla posizione delle farmacie. Peraltro, “se le farmacie non operassero con finalità di profitto dovrebbero rinunciare a quella fetta di fatturato proveniente da tutto quello che viene venduto in una farmacia di ‘non farmaceutico’”. Questa la prima, dura risposta che la Federazione Esercizi Farmaceutici ha dato al comunicato con cui Federfarma ha espresso la propria contrarietà alla vendita dei farmaci di fascia C negli esercizi commerciali.

“Decine di servizi giornalistici e televisivi – va avanti la Federazione Esercizi Farmaceutici - dimostrano che la capillarità non esiste, ci sono persone che devono fare decine di chilometri per trovare una farmacia”. E non solo: “L’aumento del numero delle farmacie ogni anno è una falsità, i concorsi sono bloccati da decenni causa i ricorsi degli stessi titolari”, e intanto, “l’85% dei punti vendita sono parafarmacie di proprietà di un farmacista”.
Federazione Esercizi Farmaceutici rincara la dose: “Usare falsi dati, numeri a caso e dare false notizie dimostra che la ‘finalità’ di Federfarma è tutt’altro che ‘professionale’, anzi, è un sistema subdolo e scorretto per cercare di mantenere la propria condizione di ‘privilegio economico’ da sempre garantito dal sistema della pianta organica. La tutela della salute è un’altra cosa”.

Esprimendo quindi il proprio favore alla proposta avanzata da Federdistribuzione, la Federazione Esercizi Farmaceutici sottolinea che “i titolari di parafarmacia non vendono farmaci con una ‘semplice comunicazione al Ministero’ ma con un esame di laurea ed un esame di Stato identici a quelli dei titolari di farmacia; questi ultimi, invece, spesso esercitano la loro privilegiata professione avendo ‘semplicemente ereditato il titolo’, non hanno fatto nessun esame in più e non si sono presi neanche il disturbo di fare una ‘comunicazione al Ministero’”. Inoltre, “i titolari di parafarmacia per poter esercitare devono mandare 7 comunicazioni e sono sottoposti agli stessi controlli delle farmacie da parte di Aziende Sanitarie e Nas. Tutte le recenti puntate di “farmaconnection” e tutte le centinaia di notizie di cronaca riguardanti truffe al Ssn da parte delle farmacie – conclude la Federazione Esercizi Farmaceutici - dimostrano che la professionalità non dipende dal numero e dalla posizione delle farmacie ma dal farmacista che vi opera”.
 
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