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QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Lavoro e Professioni

La medicina di genere inizia dall’infanzia. Ma i pediatri italiani sono pronti?

immagine 19 settembre - Ne hanno parlato medici ed esperti in una conferenza stampa a Roma in vista del prossimo Congresso nazionale della Fimp. Al centro le malattie sessuali che ormai preoccupano anche per gli adolescenti, in considerazione dell'abbassamento dell'età dei primi rapporti. E poi la vaccinazione HPV e le nuove emergenze sociali con le quali devono confrontarsi i pediatri italiani.
“La scienza ha il dovere di studiare a fondo la medicina di genere a partire dalla prima infanzia a causa del forte impatto che la diversità biologica uomo-donna ha nell’insorgenza di molte malattie, nella risposta alle terapie, nella prevenzione “. Lo ha detto Alessandro Balestrazzi, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) alla conferenza stampa svoltasi a  Roma sotto il titolo “Gli angeli non hanno sesso, ma le malattie sì. Infanzia: viaggio nella medicina di genere tra realtà e prospettive”, indetta in vista del Congresso dell’associazione che si svolgerà nella Capitale dal 26 al 28 Settembre.
 
“I pediatri di famiglia chiedono  più ricerca  in pediatria - precisa il Presidente della FIMP - e più ricerca diversificata  uomo-donna. Chiedono più studi a misura di bambino non solo per la  differenza biologica che determina differenti risposte a malattie che colpiscono  entrambi i sessi, ma anche sui farmaci, nelle tecniche diagnostiche e  interventistiche, nella  prevenzione, convinti di quanto l’appartenenza a un genere sessuale  possa condizionare lo sviluppo psico-fisico della persona fin dai primi anni di vita.”
 
Gli esempi possono essere molti, dice ancora Balestrazzi, e ricorda come molti farmaci utilizzati per i bambini sono off-label cioè senza avere dietro studi randomizzati e controllati. “Siamo molto indietro rispetto i paesi anglosassoni soprattutto nella ricerca di genere e per quanto riguarda le cure primarie su cui richiediamo maggiore impegno da parte delle Istituzioni”, conclude il Presidente dei medici pediatri, sottolineando come la rete pediatrica Italiana, è unica nel mondo e costituisce un fiore all’occhiello per il sistema sanitario nazionale.
La risposta non si fa attendere e viene da Laura Bianconi (PDL) della Commissione Igiene e Sanità del Senato: “Abbiamo lavorato molto  per la salute dei nostri giovani , ricordando la vaccinazione HPV, che dal 2008 è gratuita per le 12enni, ma ancora dobbiamo lavorare nel settore della medicina di genere. Propongo - dice - la realizzazione di un data-base,  fatto dai pediatri di famiglia  quale strumento importante per studiare la differenza di genere  in pediatria”.
“La salute dei bambini  mi sta particolarmente a cuore, ha voluto precisare in un messaggio  il Ministro Beatrice Lorenzin - tanto da essere tema prioritario nel Piano Sanitario nazionale, unitamente all’incentivazione di programmi di prevenzione, declinati anche in base al criterio di medicina di genere”.
 
Atto importante di sanità pubblica, le vaccinazioni, ma che in Italia sono oggetto di una campagna di disinformazione e denigrazione che non ha uguali in altri Paesi - dice Gianpiero Chiamenti, responsabile area vaccini della FIMP. “Con il federalismo sanitario ogni Regione  può decidere in piena autonomia in materia sanitaria e quindi quali vaccini offrire gratuitamente alla popolazione, senza più alcuna campagna che ricordi il valore di questi presidi sanitari nella lotta alle malattie infettive dell’infanzia, riducendo  così in modo significativo - insiste Chiamenti - la percezione dei rischi gravi conseguenti le mancate vaccinazioni.
 
Dei sedici vaccini di cui  potremmo avvantaggiarci, solo 4 sono obbligatori (tetano, difterite, rosolia,polio) per tutti gli altri  vi è  libera scelta”, gli fa eco Annamaria Rizzotti del Ministero della Salute che ricorda come nello slogan “Guadagnare Salute”, che titola tutte le iniziative per la promozione di stili e abitudini di vita sani del Governo,  entrano in prima linea le vaccinazioni. Il messaggio in negativo - dice - non deve più passare  e di questo se ne devono fare garanti in primis anche medici e pediatri di famiglia.
Attenzione poi ancora alla Medicina di genere e soprattutto alla lotta al papilloma virus per il quale è disponibile ormai da diversi anni il vaccino gratuito per tutte le dodicenni. “Le malattie sessualmente trasmesse in età adolescenziale sono una realtà poco considerata  in pediatria e  in campo sanitario. Non ha dubbi Barbara Suligoi  Direttore Centro Operativo AIDS Istituto Superiore di Sanità, sciorinando dati a dir poco impressionanti. Ogni anno nel mondo 111 milioni di giovani di età inferiore ai 25 anni acquisiscono una infezione sessualmente trasmessa batterica (IST), un adolescente su 20. Nel nostro paese la clamidia (anch’essa a trasmissione sessuale) è tre volte più frequente nelle ragazze adolescenti rispetto alle donne sopra i 19 anni e i condilomi ano-genitali sono triplicati dal 2004. Oggi si registrano nel nostro paese, 130 mila infezioni per condilomi l’anno, circa 700mila in Europa. Non solo - continua Suligoi - l’HPV è responsabile  dei condilomi ma anche e soprattutto di alcuni tipi di tumori primo fra tutti quello della cervice  uterina. Ottantacinquemila casi di tumori l’anno nei paesi della Comunità Europea sono  attribuibili a questo virus trasmesso prevalentemente per via sessuale e per il quale esiste una differenza di genere. “Il virus hpv impatta maggiormente nel maschio perché la sua presenza rimane alta e costante negli anni - dice ancora la responsabile del Centro Operativo Aids dell’ISS - ma è più cattivo nella donna perché può indurre la neoplasia della cervice” 
Il pediatra può svolgere un ruolo fondamentale  perché essendosi abbassata notevolmente l’età  dei primi rapporti sessuali,  e avendo tra i propri assistiti giovani adolescenti, possono educarli a una sessualità sana, offrendo, soprattutto al maschio - non ha dubbi Suligoi - una importante occasione di controllo anche per effettuare un piccolo screening per identificare precocemente la presenza di una IST.
 
Ma nonostante gli sforzi la copertura vaccinale non è ancora a livelli degli altri paesi, ma la vaccinazione gratuita per le dodicenni introdotta nel sistema sanitario nel 2008 è una realtà che dovrebbe essere estesa anche ai maschi. In Australia dove è universale per entrambi i sessi, le malattie sessualmente trasmesse sono crollate.
Ma è solo la biologia a determinare la differenza di genere o questa è fortemente influenzata da fattori strutturali e socio-economici? Ne è convinta Ketty Vaccaro responsabile welfare e sanità del Censis. “Esistono malattie dove la differenza di genere è più marcata - dice - e le donne sono meno esposte alle malattie cardiovascolari rispetto gli uomini, ma questa protezione cessa alla menopausa. La malattia di Alzheimer colpisce ed è più grave nel genere femminile che in quello maschile. Le donne vivono più a lungo ma dichiarano condizioni di salute buone in quote sempre minori rispetto l’uomo (67,1% contro 75,3%) e a partire dalla mezza età hanno  due o più malattie croniche ( 24,3% contro 63%).
Le differenze strutturali  e socio-economiche  che fanno” differenza” - sostiene Vaccaro- sono importanti. Un esempio: nelle casalinghe, il cui stato di salute è peggiore delle donne lavoratrici. E poi la disuguaglianza sociale, le minori possibilità economiche, il più basso livello culturale incidono su molte malattie che hanno un esordio precoce già a partire dall’infanzia. Per questo è fondamentale - continua la responsabile sanità del Censis - investire in ricerca ma soprattutto in formazione e informazione  ai  pediatri per molti dei quali il tema della medicina di genere è pressoché sconosciuto”.
 
Emanuela Medi
19 settembre 2013
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