"Quando alcuni giorni fa ho auspicato che i Servizi veterinari venissero distaccati dall'alveo della Sanità per afferire all'Agricoltura, sono rimasto francamente sconcertato dalla reazione dei medici veterinari. Anche per il fatto che, se si leggono le mie dichiarazioni, ho riconosciuto loro preparazione e competenza. Né il mio messaggio aveva l'intenzione di sostenere che un rapporto esclusivo con l'agricoltura avrebbe migliorato la qualità dei controlli, il livello di sicurezza alimentare o l'immunità da qualsiasi inconveniente, che può occorrere alla filiera animale ed agroalimentare". E' quanto afferma l'assessore regionale all'Agricoltura
Gianni Fava, in merito alla richiesta avanzata ai Ministeri della Sanità e delle Politiche agricole di allinearsi a quanto avviene normalmente nel resto d'Europa. "Sono stato tuttavia redarguito - prosegue l'assessore -, per usare un eufemismo, come se avessi avanzato l'ipotesi più assurda e deleteria per i medici veterinari, per gli animali oggetto delle cure degli stessi o per la 'food security'".
"Nella mia vita politica ho sempre privilegiato il dialogo quale fonte di confronto e di crescita - ha ricordato Fava -. Sono pronto, pertanto, a un confronto sul tema con tutti i rappresentanti della categoria dei medici veterinari pubblici e privati, affinché sulla questione possano essere individuate soluzioni in grado di continuare a garantire la professionalità degli operatori e, nel caso, a migliorarla ulteriormente, ad assicurare prestazioni sempre di alto livello a tutela della zootecnia e delle produzioni animali e a garantire il consumatore finale sotto il profilo della sicurezza degli alimenti". "Se risultasse molto più funzionale al sistema che i veterinari continuassero a dipendere dalla Sanità - ha poi aggiunto -, sono pronto a ritornare sui miei passi, perché quanto ho affermato una settimana fa non era dettato da pregiudizio alcuno".
"L'occasione di un incontro con i medici veterinari potrebbe inoltre portare a un confronto costruttivo sull'opportunità di consentire l'accesso nel Servizio sanitario nazionale (Ssn) ai laureati delle Facoltà di Agraria e di Scienze e tecniche dell'Alimentazione, vale a dire agli agronomi e ai tecnologi alimentari". "Senza nulla togliere alla elevata professionalità dei medici veterinari e a quei medici chirurghi che si occupano di sicurezza alimentare - ha premesso l'assessore lombardo -, sono convinto che attribuire competenze in tema di sicurezza alimentare agli Assessorati all'Agricoltura aprirebbe le porte di questo settore a quelle professionalità appunto come i tecnologi alimentari o gli agronomi, che, ad oggi, mancano nelle Asl e che invece sarebbe opportuno entrassero, soprattutto per quanto attiene il controllo degli alimenti di origine vegetale o di quelli trasformati industrialmente. Ne deriverebbe sicuramente un miglioramento delle competenze necessarie alla sicurezza alimentare". "Forse un settore complesso come la sicurezza alimentare richiede che, accanto ai veterinari, che svolgono egregiamente un servizio di qualità nel settore delle produzioni animali primarie, - ha concluso l'assessore - vi siano ulteriori competenze multidisciplinari, che richiedono il coinvolgimento anche di altre figure professionali. Un simile percorso, rivolto esclusivamente a garantire la sicurezza alimentare, la qualità delle produzioni e la salute del consumatore, dovrebbe portare all'apertura dei concorsi delle Asl anche ad altri tipi di laurea".
Apertura al dialogo che è piaciuta al presidente della Fvm,
Aldo Grasselli. “Abbiamo registrato con favore il ripensamento dell’Assessore Fava in ordine all'ipotesi da lui avanzata di traslocare i servizi veterinari dei dipartimenti di prevenzione veterinaria delle ASL della Lombardia all'assessorato all'agricoltura” - ha dichiarato -. Questo passo indietro e' coerente con la tradizionale e collaudata impostazione nazionale della prevenzione veterinaria recentemente ribadita e perfezionata dal Parlamento con la rivisitazione del d.lgs. 502/92 ed anche concorda con la innovativa intuizione lombarda, guardata con interesse da altre regioni, che già da parecchi anni e con successo, ha riservato alla medicina veterinaria pubblica un ambito di autonomia e rilievo organizzativo dipartimentale in ciascuna ASL.
Commentando la riflessione dell'assessore Fava il Presidente Grasselli ha concluso: “Bene, l'Assessore Fava ha compreso che i servizi veterinari hanno un elevato valore professionale, speriamo si convinca che tale valore si ottiene mantenendo i veterinari nel loro contesto tecnico scientifico sanitario e nel sistema della integrazione tra medici e veterinari nel presidiare la salute pubblica di quello che l'OMS, la FAO e l'OIE, cosi come tutta la comunità scientifica mondiale, chiamano Human and Animal Ecological Interface. Questo approccio è in Italia una storica e collaudata realtà, nel mondo va sotto il nome di One Medicine-One Health, noi la chiamiamo sanità pubblica, essa è la confluenza di molti saperi sopra i quali però occorre porre una autorità competente, questa autorità competente a livello territoriale è rappresentata dai servizi medico veterinari delle ASL.