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QS Edizioni - mercoledì 27 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Congresso Sumai: Fazio, occorre lavorare maggiormente sul territorio

immagine 21 ottobre - Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto nella giornata inaugurale del 43 congresso nazionale del Sumai in corso di svolgimento a Lecce ha affrontato varie problematiche che riguardano il ‘pianeta sanità’ segnalando come "il sistema sia buono ma è eccessivamente ospedalocentrico e per questo occorre lavorare maggiormente sul territorio”.
“Lala mi ha fatto un regalo dicendo che prima sono un medico e poi il responsabile del dicastero della Salute. Ed è solo per questo che sui certificati on line ho fatto una mediazione all’interno del Consiglio dei ministri riuscendo a rinviare ulteriormente la data per le sanzioni. Il 28 ci sarà su questo un tavolo con i sindacati e le regioni per svolgere ulteriori verifiche”. Con queste parole il ministro Fazio ha aperto il suo intervento questa mattina a Lecce dove è in corso di svolgimento il 43 Congresso nazionale del Sumai.
“Da due anni e mezzo, da quando cioè sono al Ministero, prima come sottosegretario e ora come ministro mi sono accorto di due cose e ho sviluppato due convinzioni. La prima è che abbiamo un Servizio sanitario nazionale straordinario. Un sistema che non ha eguali e che spalmato sulle regioni offre una gestibilità maggiore rispetto anche a quello inglese dal quale il nostro Ssn ha preso ispirazione; la seconda convinzione è che il sistema è buono ma è eccessivamente ospedalocentrico e per questo occorre lavorare maggiormente sul territorio”.
Fazio ha poi ricordato quanto fatto dal Governo in questi due anni e mezzo per il territorio e così ha parlato di continuità assistenziale “per decomprimere i pronto soccorso” e dei decreti attuativi inviati alla Conferenza Stato-Regioni per riorganizzare le farmacie in modo da renderle strutture in grado di svolgere analisi, prenotare esami con anche la presenza di infermieri e fisioterapisti. Sempre in Conferenza Stato-Regioni ha riferito il ministro “c’è il piano per le liste d’attesa divise per tipologie d’intervento”, oltre alla rete territoriale delle cure palliative.
Indicatori di qualità
Sul sito del Ministero ha ribadito Fazio “c’è una lista di 34 indicatori di qualità” per cui malattie come il diabete e la polmonite devono essere trattate sul territorio. Obiettivo è “mettere a nudo gli amministratori” evitando gli sprechi e misurando “ gli output perché non si può migliorare senza osservare”.
Piani di rientro
Il ministro si è detto d’accordo con Roberto Lala quando nella sua relazione inaugurale ha affermato che “le Regioni con i piani di rientro non possono chiudere gli ospedali senza creare strutture sul territorio non risolve il problema”.
E su questo si è messo a disposizione per discutere tutti gli aspetti legati ai piani di rientro. “Io sono ottimista – ha ribadito – e credo che i piani di rientro siano un’occasione irripetibile per creare quel percorso ospedale-territorio che non è stato creato in quelle regioni”
Percorso di reingegnerizzazione della rete
Il 40% dei ricoveri è a carico degli ultrasessantacinquenni e questo non è più sostenibile per il ministro che ha aggiunto come il sistema tra 30 anni va al collasso se si continua in questo modo. Il territorio è dunque la risposta. Meglio,, la sua riorganizzazione che “è una scelta obbligata oltre che strategica per il prossimo triennio”. Continuità assistenziale, promozione del governo clinico e rischio clinico questi i tre obiettivi. Oltre al potenziamento della rete nazionale ed empowerment del cittadino attraverso le associazioni.
Medici
“Abbiamo dei buoni medici – ha concluso Fazio – ma devono fare in modo che il cittadino non si senta un numero ma si senta accudito”. Come riuscire a fare tutto questo? Attraverso degli obiettivi prioritari. Ovvero: “equità di trattamento e di accesso ai servizi, tutela dei più deboli (disabili, anziani, non autosufficienti) che c’è ma ancora non va bene in quanto occorre mettere a sistema quello che fanno le famiglie. E poi le cure palliative che vanno implementate”-.
Continuità assistenziale delle cure è il punto nodale che occorre rinforzare
Voi specialisti ambulatoriali avete un ruolo cruciale nella definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici, siete il collegamento tra il medico di medicina generale e l’ospedale. Questo programma lo dobbiamo fare insieme, credo nel dialogo e nella collaborazione che abbiamo sviluppato e di questo vi ringrazio.
 
S.S.
21 ottobre 2010
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