“È improprio e fuorviante - oltre che errato - non indicare essere la professione di psicologo una professione sanitaria. Spiace che ad un autorevoli soggetto istituzionale quale l’Istat sia sfuggito che l’Ordine degli psicologi è posto sotto la vigilanza del Ministero della Salute e che il Presidente del Consiglio nazionale è - non a caso - componente di diritto del Consiglio superiore di sanità”. Così
Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, ha commentato la nuova classificazione delle professioni CP2011, diffusa dall’Istat, che vede gli psicologi inseriti nella categoria “specialisti in scienze sociali”.
Palma ha ricordato che “all’indomani della approvazione, nell’agosto scorso, del Dpr di riforma delle professioni, gli enti preposti non hanno assicurato il completamento della volontà espressa in modo esplicito dal Legislatore di definire sanitaria la professione di psicologo non provvedendo, ad esempio, a ricomprendere l’Ordine degli psicologi nell’ambito della Commissione centrale per gli esercenti l professioni sanitarie”.
“Né può essere alibi per alcuno - ha proseguito - invocare la mancata approvazione definitiva (a causa dell’interruzione anticipata della scorsa Legislatura) della Legge delega di riforma delle professioni sanitarie, cosa questa che ha impedito la formalizzazione, meramente formale, della volontà del Legislatore. Volontà ben compresa, invece, dal Ministero della Salute dove si rinviene, nel sito stesso di quel Dicastero, la professione di psicologo inserita proprio nell’elenco delle professioni sanitarie”.
“Ecco perché - ha concluso Palma - il Consiglio nazionale degli psicologi delibererà un intervento formale verso i vertici dell’Istat affinché nella Classificazione delle professioni CP 2011 la professione di psicologo venga inserita tra quelle sanitarie”.