Nulla di fatto dopo la riunione di stamani del Tavolo tecnico presso il Ministero e che avrebbe dovuto far luce sul Dpr (che deve essere emanato entro il 30 giugno) previsto dalla Legge Balduzzi che prevede l’istituzione di un Fondo di rischio e l’ufficializzazione delle regole per le polizze assicurative dei professionisti sanitari. Un provvedimento molto atteso anche in virtù dell’o
bbligo di assicurarsi per i professionisti che scatterà il prossimo 13 agosto.
Ma quali sono i nodi ancora da sciogliere? Requisiti minimi per le polizze, franchigia, pregresso, tabelle di riferimento per gli indennizzi e durata delle polizze.
“L’incontro di oggi – spiega il presidente della Fesmed
Carmine Gigli – è stato interlocutorio anche se utile per portare alla luce alcune criticità. In primis si è chiarito che non ci può essere un’unica polizza uguale per tutti, perché vi sono molte differenze sia tra le varie professioni, sia all’interno di ognuna e soprattutto c’è una differenza tra i libero professionisti dipendenti del Ssn e gli altri. Per cui si sta ragionando in termini di ricerca di requisiti minimi". La colpa non grave per i dipendenti del Ssn è infatti a carico delle aziende mentre quella grave a carico del professionista. “Per questo motivo abbiamo chiesto che sia prevista una polizza con caratteristiche solo per la colpa grave dedicata alla dipendenza del Ssn”.
Altra criticità riguarda poi la durata delle polizze e il pregresso. “Su questi punti ancora non c’è un’intesa. Per l’Ania le polizze dovrebbero avere durata annuale ma per i professionisti servono più garanzie. E soprattutto se si guarda al pregresso. Per le compagnie si dovrebbe partire da quando scatterà l’obbligo, ma il fatto è che i pazienti che hanno subito un danno hanno tempo 10 anni da quando l’anno scoperto per fare causa. Per cui è chiaro che se oggi le polizze che si stipulano non considerano il pregresso, di fatto i professionisti rischiano di non essere coperti, con grave danno anche per i cittadini. E poi c’è anche il problema della franchigia su cui non c’è un’intesa”.
Ma le questioni non finiscono qui. Ci sono anche le famose tabelle di riferimento per gli indennizzi. “Devono ancora essere approvate dal Cdm, per cui ad oggi non sono utilizzabili”.
Tinte fosche, quindi, sul Dpr che a questo punto, vista anche la riconvocazione del tavolo per il prossimo 8 luglio, non riuscirà molto probabilmente ad essere emanato entro la scadenza prevista dalla legge. “Purtroppo siamo in una fase interlocutoria e sarebbe auspicabile una proroga, anche per quanto riguarda l’obbligo di assicurazione. Ma il punto è che ci sembra di notare un atteggiamento conservatore di chi non vuole introdurre elementi di innovazione. Ma mi chiedo, se il mercato delle polizze assicurative sanitarie andava bene non ci sarebbe stata la necessità di fare una legge. E in questo senso è imbarazzante anche la posizione dei Ministeri che non hanno nessuno strumento impositivo nei confronti delle assicurazioni. Se si continua così non si andrà molto lontano”.
L.F.