Quasi un impiegato su tre ha colesterolo, glicemia o pressione alta, ma oltre uno su due non lo sa. Soggetti inconsapevoli di avere un’alta probabilità di infarti e ictus. Eppure con un test cardiovascolare direttamente sul posto di lavoro, un mezzo rapido ed economico è possibile realizzare a una prevenzione consapevole.
I vantaggi dello screening aziendale sono stati presentati durante il Congresso nazionale dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco), in corso a Firenze fino al 1 giugno.
Messo in pratica su un centinaio di lavoratori di un’azienda di Vimercate dai ricercatori del Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’ospedale Niguarda di Milano ha consentito nell’arco di appena 25 minuti di effettuare una valutazione complessiva di tipo clinico e strumentale
Il metodo di screening è molto semplice: il lavoratore si reca nell’infermeria dell’azienda e qui, con l’aiuto del personale infermieristico della ditta stessa, viene sottoposto a una visita medica a cui si associano elettrocardiogramma, misura della pressione, analisi del sangue. La visita avviene in collegamento diretto via web mediante una piattaforma digitale (Cisco-Health Presence) connessa con un medico ospedaliero, che così può intervenire e gestire il paziente direttamente: durante lo studio è stato possibile, ad esempio, eseguire un’auscultazione cardiaca e del torace mettendo lo stetoscopio in collegamento audio con il medico.
“Per la visita completa occorrono in media appena 25 minuti – spiegano
Antonella Moreo, coordinatore dello studio e
Francesco Musca, cardiologi presso il Dipartimento Cardiotoracovascolare dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano – in così poco tempo ‘rubato’ al lavoro e con un costo molto basso, visto che il medico non deve neppure spostarsi dall’ospedale andando in azienda per le visite, si possono individuare fattori di rischio cardiovascolare spesso sconosciuti ai lavoratori, che possono poi essere affrontati e migliorati riducendo il pericolo di andare incontro a un evento grave”.
Peraltro i dati raccolti segnalano che la quota di impiegati a rischio pur senza saperlo non è irrisoria: il 29% aveva il colesterolo alto, ma solo il 45% ne era a conoscenza; il 26% soffriva di pressione alta, ma appena il 43% ne era consapevole; il 13% aveva la glicemia oltre i limiti, e in questo caso il 70 % lo sapeva. Inoltre, tre lavoratori su quattro avevano familiari stretti che erano già stati colpiti da una malattia cardiovascolare.
“Questo modello di screening è fattibile, semplice, poco costoso – ha spiegato
Francesco Bovenzi, presidente Anmco – perché il tempo in cui il dipendente è costretto ad allontanarsi dal posto di lavoro è davvero irrisorio, con ricadute minime sulla produttività, e i test condotti sono estremamente economici. Nonostante il basso costo e la semplicità, uno screening in azienda può avere ripercussioni positive non irrilevanti: la prevalenza dei fattori di rischio è elevata e molti lavoratori non hanno idea di essere ipertesi, diabetici o di avere il colesterolo alto. Scoprire di avere un’alta probabilità di infarto può essere la molla giusta per spingere molti a un cambiamento dello stile di vita, migliorando e rendendo realmente consapevole la prevenzione cardiovascolare”.