Basta saper scegliere e nell’acquistare un farmaco da banco, si possono realizzare davvero dei buoni affari. Lo annuncia Altroconsumo che in un comunicato spiega come gli effetti delle liberalizzazioni, almeno in un settore, abbiano fatto centro. Passando da un corner di un iper o super mercato, a una parafarmacia o a una farmacia, il cittadino può risparmiare anche il 18% sul prezzo di un farmaco da automedicazione. E lo stesso mercato sembra essere stato “calmierato” da questa ampia disponibilità di punti vendita: “dall'anno della liberalizzazione, cinque anni fa” si legge nella nota dei consumeristi, “l'aumento è stato al massimo del 3,4%”, contro un incremento del 19% tra 2000 e 2005.
Mettendo a confronto le varie tipologie di punto vendita i ricercatori di Altroconsumo hanno scoperto che tra una farmacia e l’altra il prezzo di uno stesso farmaco da banco può subire oscillazioni che giungono addirittura al 57%. Se si fa lo stesso e si entra nelle varie parafarmacie, si può risparmiare anche il 37%. Poco più di quanto offre la grande distribuzione: nei corner dei supermercati il risparmio arriva “solo” al 33%.
L’indagine è stata condotta in dieci città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Verona) e sono stati messi a confronto i prezzi di 68 farmaci senza obbligo di ricetta rilevati in 144 punti vendita: farmacie (111), parafarmacie (17) e ipermercati (16).
La concorrenza, dunque, gioca un ruolo da prima attrice: la liberalizzazione del settore che ha preso il via nel 2006 innescando innanzitutto un ampliamento del numero dei canali di vendita, ha agito sulla forbice dei prezzi allargandola e facendo così registrare differenze di prezzo (ovviamente per chi può visitare via via i diversi distributori) quasi del +70%, per uno stesso farmaco.
Il neo più appariscente di questo processo appare essere “l’opacità” della presentazione del prezzo: dal gennaio 2008 i prezzi dei farmaci da automedicazione possono essere decisi autonomamente dal farmacista. Ma, ed è la legge stessa a richiederlo sarebbe necessario esporre al pubblico un listino prezzi. Cosa che avviene di rado stando a quanto riferito da Altroconsumo: solo nel 42% dei punti vendita visitati è disponibile un elenco dei prezzi dei farmaci aggiornato al 2010 e solo nel 28% il consumatore ha la possibilità di consultarlo.
Queste meccanismo virtuoso è sufficiente? Per Altroconsumo, no. Va fatto di più. E cioè occorre liberalizzare anche la vendita dei farmaci della Fascia C (quelli a carico del consumatore) con obbligo di ricetta. Una soluzione che però non pare gradita al Governo che, si legge ancora nella nota “sta discutendo proposte di legge che ingessano il mercato”.
I cittadini però possono comunque cercare di trarre i maggiori benefici possibili dalla liberalizzazione fin qui attuata. Ecco a quali consigli attenersi. E a fornirli è sempre Altroconsumo:
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contro disturbi lievi come mal di testa o raffreddore, aprite l'armadietto dei farmaci a casa, prima di precipitarvi ad acquistare un nuovo prodotto. È possibile che abbiate già ciò che fa per voi: molti farmaci hanno le stesse proprietà, pur avendo nome diverso, controllate il foglietto informativo;
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per i farmaci da banco memorizzate il punto vendita dove il prezzo è più conveniente. I risparmi che si possono realizzare sono interessantissimi, se non avete urgenze;
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consultate le banche-dati internet di confronto prezzi: su www.altroconsumo.it/farmaci disponibili i prezzi indicativi e i diversi nomi commerciali che corrispondono a uno stesso principio attivo.