Il Patto tra medici e le altre professioni salute per difendere la “Casa comune” del SSN, innovando l’organizzazione del lavoro in sanità, inizia a delinearsi nella sua concretezza: infatti il 4 dicembre 2012, per la prima volta, a mia memoria, è stata raggiunta
un’intesa storica tra tutte le rappresentanze scientifiche e professionali dell’area radiologica, sia mediche e fisiche che tecniche sull’innalzamento ed arricchimento delle competenze della professione di tecnico sanitario di radiologia medica.
Oggetto dell’intesa è stato il mandato affidato loro dal Ministero della Salute, su sollecitazione delle stesse rappresentanze professionali, di elaborare un’ipotesi di nuove e più avanzate competenze della professione di tecnico sanitario di radiologia medica che avesse al centro sia l’evoluzione ordinamentale e formativa di questa professione che l’evoluzione scientifica e tecnologica nonché dell’organizzazione del lavoro in sanità, così come sono delineate nella bozza di documento elaborato dallo specifico gruppo di lavoro all’interno del Tavolo tecnico Ministero della Salute e Regioni sull’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie.
E’ significativo che l’intera commissione paritetica Area Radiologica, composta dai rappresentanti delle Associazioni scientifiche mediche e fisiche dell'Area Radiologica e dai rappresentanti tecnici della FNCPTSRM unitariamente abbia concordato sull’impostazione di tale documento cosi la precisazione corretta e condivisa che il “ processo di rimodulazione, ampliamento e specializzazione delle competenze del TSRM debba realizzarsi nel rispetto delle responsabilità di tutte le altre Professioni operanti in Area Radiologica”. \
La proposta elaborata dalla commissione paritetica Area Radiologica ha dato contenuti professionali e formativi a quella nuova articolazione della professione sanitaria prevista dall’articolo 6 della legge 43/06 cioè il “professionista specialista” rimasto sinora inattuato nonostante che costituisse una delle maggiori novità di tale provvedimento legislativa , permettendo un’evoluzione di un TSRM, come di un infermiere o di un fisioterapista non solo in una carriera gestionale (coordinatore o dirigente) ma anche professionale riconoscendo la ricchezza e la complessità dei suoi contenuti professionali e la conseguente necessità di svilupparli in un’ulteriore segmento, ampio e non parcellizzato, di specializzazione.
L’esperienza esemplare realizzatasi per quanto riguarda la professione di TSRM, con i necessari adattamenti alle singole specificità di ogni professione sanitaria, è un modello che potrà e per me dovrà essere esteso alle successive tappe del Tavolo tecnico Ministero – Regioni; così come le stesse modalità nella sostanza dovrebbero ripetersi a livello regionale ed aziendale.
Infatti se l’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie presuppongono non solo un arricchimento delle stesse ma anche il fatto, come anche il dottor Benato conferma
nell’intervista di ieri a questo giornale, che alcune competenze ora esercitate dal medico possano essere svolte anche dalle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche-sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione, questo processo non può che realizzarsi attraverso l’individuazione di quali competenze ed in che modalità possa avvenire con la realizzazione del massimo di condivisione di tutte le rappresentanze professionali interessate, nella loro plurale ricchezza associativa: scientifiche, ordinistiche e sindacali.
Non si tratta di una riedizione di una modalità neocorporativa bensì l’incentivare e valorizzare il necessario protagonismo e soggettività delle professioni della salute, medici compresi, nel complesso ed articolato processo di riorganizzazione che sia in grado di difendere e consolidare la più grande conquista di civiltà del nostro Stato costituita dal Servizio sanitario nazionale, pubblico, universale e solidaristico.
In questo processo rimane in capo alla politica ed all’amministrazione i compiti di indirizzo programmatori e di scelte strategiche nonché l’attuazione delle competenze gestionali proprie.
In questo quadro rientra ovviamente la modalità attuativa dei lavori del Tavolo tecnico cioè l’Accordo Stato-Regioni e Province autonome che dovrà permettere la realizzazione dell’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie; su tale strumento è stata avviata una riflessione all’interno del Tavolo, anche attraverso il confronto con il sindacato confederale, per individuare la formulazione più adeguata possibile in grado di avviare con il massimo di partecipazione, condivisione, efficacia e tempestività questo necessario ed ormai imprescindibile processo di riorganizzazione delle competenze professionali e del lavoro in sanità.
Saverio Proia