I radiologi del Sindacato Nazionale Area Radiologica – SNR ricorrono al Tar contro la delibera della Regione Lombardia dello scorso aprile che “ha arbitrariamente deciso di ridurre i tempi di esecuzione delle prestazioni di Diagnostica per Immagini, senza alcuna consultazione”.
Il ricorso, patrocinato dagli avvocati Erika Rossano ed Antonella Villani, chiede l’annullamento dell’atto che, spiega il sindacato, “è stato promulgato senza alcuna consultazione preventiva e senza tenere assolutamente in considerazione il documento pubblicato dalla SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica ed Interventistica) nel lontano 2012 ed aggiornato nel 2022 ‘Modello di appropriatezza prestazionale quali – quantitativa in diagnostica per immagini’”. Documento che “indica analiticamente i tempi minimi necessari e le procedure necessarie per garantire la qualità diagnostica di ogni singolo esame ricompreso nei LEA a cui tutti i radiologi italiani devono attenersi per erogare prestazioni qualitativamente adeguate. Scendere al di sotto di questi requisiti minimi significa non garantire prestazioni qualitativamente valide ed adeguate agli standards che si ribaltano sulla mancata sicurezza delle cure”, sottolineano i radiologi del Snr.
Con questa ed altre motivazioni il Segretario Nazionale del Snr, Giulio Argalia ha impugnato come primo firmatario la delibera in questione “a tutela degli Iscritti al SNR e dei Radiologi tutti della Regione Lombardia”, perché “la delibera, pur di abbattere le liste di attesa, abbatte anche i tempi di esecuzione degli esami”. Una riduzione “arbitraria” che “non garantisce la qualità degli esami diagnostici a scapito della sicurezza delle cure”.
“Oltre che tutelare i radiologi - conclude Argalia - lo scopo dell’iniziativa è anche quello di tutelare i pazienti e la popolazione che ha diritto di ricevere dal SSN la stessa qualità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza uguali in qualsiasi regione questi si trovino”.