“Pur ritenendo positivo l’intervento del Governo in materia, il Decreto Legge volto a snellire le liste d’attesa nel settore sanitario e a cercare soluzioni alle diseguaglianze regionali e al fenomeno delle mobilità attive e passive, stando alle prime indiscrezioni, rischia di dare una risposta solo parziale alle numerose criticità legate alla carenza di personale e rischia di impedire la completa messa a terra del PNRR, soprattutto in relazione alla sfida di ridisegnare una nuova sanità di territorio”.
Così, in una nota stampa della Funzione Pubblica Cisl, il segretario generale
Maurizio Petriccioli, e il segretario nazionale,
Roberto Chierchia, commentando il decreto con il quale il ministro della Salute, Orazio Schillaci, punta ad abbattere il fenomeno delle liste d'attesa.
“Come Cisl Fp siamo stati i primi a chiedere di intervenire con urgenza per ridurre i tempi d’attesa - proseguono -, ma per una sanità nuova, efficiente e capace di rispondere ai bisogni dei cittadini, è indispensabile un intervento più ampio, a partire dall’eliminazione totale della misura antistorica introdotta con il decreto Madia che fissava all’art. 23, comma 2, del d.lgs. 75/2017 un tetto di spesa al salario accessorio, insieme a tutti i vincoli che gravano sulle amministrazioni per quanto concerne la valorizzazione e il reclutamento del personale; così come abbiamo bisogno di mettere in sicurezza tutti gli operatori che operano nei servizi sanitari di frontiera come i reparti di pronto soccorso, dove continuano a consumarsi troppe violenze a danno delle lavoratrici dei lavoratori e dei professionisti”.
In merito al coinvolgimento del privato nello smaltimento delle liste d’attesa, specificano i segretari che “come Cisl Fp non abbiamo preclusioni ideologiche, ma riteniamo essenziale che il Governo si muova in due direzioni. La prima: verificare i requisiti organizzativi delle strutture che si accreditano con il Ssn attraverso le singole Regioni. La seconda: prevedere nel decreto, per il settore privato, l’obbligo di rinnovare i contratti collettivi parallelamente ai rinnovi del settore pubblico. Questo punto è cruciale, avendo denunciato per anni controparti datoriali indisponibili a riconoscere adeguate tutele salariali e contrattuali agli operatori, motivo per cui abbiamo già proclamato uno sciopero nazionale il prossimo 23 settembre. Un punto, questo, fondamentale considerato che i salari nel settore sono fermi al palo talvolta da oltre un decennio”.
“Chiediamo pertanto al Ministro Schillaci e al Governo un impegno concreto per superare le criticità esistenti e garantire un sistema sanitario più equo e accessibile, che possa realmente rispondere alle necessità di tutti i cittadini e rispettare gli obiettivi di riforma previsti dal Pnrr”, concludono i segretari Cisl Fp.