Lavoro e Professioni
Bullismo e cyberbullismo. Lazzari (Cnop): “Generano traumi, anche identitari, che necessitano di supporto psicologico”
“L’essere vittima di azioni di bullismo e cyberbullismo è connesso a numerosi sintomi quali ansia e depressione, isolamento e ritiro sociale, ma anche sintomi post-traumatici, autolesionismo e comportamenti suicidari. Anche i bulli e gli osservatori subiscono, secondo numerosi studi, esiti gravi quali scarso rendimento scolastico, drop out, abuso di sostanze, comportamento deviante e, in generale, esiti di disadattamento rilevanti, fino al rischio suicidario. Anche e proprio a causa dell’aumentata importanza del valore sociale dell’immagine e dell’identità creata nel mondo virtuale, gli esiti degli atti di cyberbullismo si configurano sempre più come traumi, anche identitari, che necessitano di azioni di supporto psicologico”.
Così il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, in occasione della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo.
“Gli atti di bullismo e cyberbullismo – spiega – incidono, infatti, su aspetti sempre più complessi delle persone coinvolte. È necessario, pertanto, che le competenze di chi prenderà in carico vittima/e, bullo/i, consentano di intervenire in maniera efficace al fine di contenere le conseguenze gravose per il benessere psicologico della vittima e per contrastare ulteriori azioni del bullo. Tali sintomatologie e rischi di devianza mostrano chiaramente la necessità della presenza costante di uno psicologo all’interno delle reti di prevenzione, contrasto al bullismo e nei percorsi di rieducazione. Le competenze dello psicologo consentono di individuare e analizzare le cause di tali comportamenti e monitorare i processi psicologici individuali e di gruppo che sono alla base degli eventi di bullismo e cyberbullismo, nonché di determinare, anche da un punto di vista clinico, gli esiti che tali atti hanno sui ragazzi coinvolti (in tutti i ruoli, ma in modo particolare nelle vittime), al fine di individuare gli interventi più appropriati anche in relazione all’Istituzione coinvolta e in cui questi comportamenti avvengono.
Si ricorda, a tal proposito, che evidenze scientifiche indicano la figura professionale dello psicologo come centrale nell’implementazione di progetti di prevenzione ed intervento nelle fattispecie complesse, come quelle in parola. Sottolineiamo l’importanza di una normativa, ora in discussione al Senato, che consideri il tema da tutti i punti di vista, preventivo, di sostegno, sanzionatorio, rieducativo. In questo ambito è cruciale il ruolo dello lo psicologo scolastico che, unitamente alle figure professionali coinvolte, contribuisce alla creazione di una cultura educativa condivisa di prevenzione e contrasto attivo del bullismo che permane nel tempo e sia portatrice di effettivi cambiamenti e nelle rappresentazioni sociali e nei comportamenti”.