Inserire all’interno del Dl in materia di Lavoro n. 1532-bis, in “eventuali ed auspicali proposte emendative”, tre principi quali: l’equo compenso, la partecipazione al costo degli accordi e l’incompatibilità. A chiederlo è stato oggi pomeriggio il segretario generale del Sumai Assoprof,
Antonio Magi, audito dalla commissione lavoro della Camera dei Deputati.
Il perché di queste proposte emendative li ha spiegati lo stesso Magi nel corso dell’audizione: “La necessità di applicazione di un equo compenso per i medici che lavorano in rapporto libero professionale con società sanitarie di capitale può avere diversi benefici, specialmente in termini di versamenti congrui di contributi previdenziali”. Tra gli aspetti più rilevanti “la sicurezza del reddito, la sostenibilità del sistema previdenziale, la parità di trattamento, l’equità contributiva, la qualità dell’assistenza sanitaria e l’attrattività della professione medica”.
“L'idea di applicare un contributo alle spese per la stesura e la firma dei CCNL e degli ACN ai medici non iscritti a nessun sindacato, pari al valore medio economico pagato dagli iscritti a un'organizzazione sindacale medica, per contribuire alla copertura dei costi della negoziazione di un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e di Accordi Collettivi Nazionali (ACN), può portare diversi benefici. Questa proposta mira a garantire una maggiore equità nella distribuzione dei costi delle trattative sindacali, da cui tutti i medici beneficiano indipendentemente dalla loro affiliazione sindacale”.
Magi ha sottolineato però “che l'implementazione di un simile sistema rafforzerebbe la libertà di associazione e il diritto di non partecipare a organizzazioni sindacali partecipando però ai costi. Inoltre sarebbe fondamentale per garantire trasparenza e giustizia nella determinazione e nell'utilizzo di questi fondi”.
“L'abolizione delle attuali norme di incompatibilità per i medici del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) – ha ribadito il segretario del SUMAI – permetterebbe loro di lavorare anche al di fuori del sistema pubblico, portando diversi benefici, specie in contesti di carenza di medici e professionisti della salute. Tra i vantaggi principali: maggiore flessibilità, attrazione di talenti, miglioramento delle competenze, miglioramento dell'accesso alle cure, condivisione delle best practice”s.
“In conclusione – ha detto Magi – un provvedimento che comprendesse al suo interno questi principi costituirebbe senz’altro un segnale di attenzione verso il mondo della sanità e dei suoi operatori”.