Dagli antibiotici a quelli cardiovascolari e respiratori, sono sempre più numerosi i farmaci che diventano introvabili. In Italia l’ultimo caso eclatante è quello degli
enzimi pancreatici. Per i farmacisti europei del Pgeu (Pharmaceutical Group of the European Union) servono soluzioni efficaci, nel lungo termine, ma va anche trovato il modo per aiutare nell’immediato le persone che restano senza medicine di cui hanno bisogno. Tra questi, permettere al farmacista di sfruttare al meglio le proprie competenze anche proponendo farmaci in sostituzione o combinazione.
Una proposta che arriva anche alla luce del recente Rapporto annuale sulla carenza di medicinali del Pgeu, che indica come nel 2023 la situazione sia peggiorata rispetto agli anni precedenti. Dal Report emerge come in tutti i 26 Paesi che hanno partecipato all'indagine, tra cui l'Italia, abbiano avuto un'esperienza di carenza di farmaci negli ultimi 12 mesi. Rispetto al 2022, in 17 dei 26 paesi la situazione era peggiorata (65%) e è rimasta la stessa in 6 paesi (23%). Solo 3 paesi (Cipro, Grecia e Nord Macedonia) ci sarebbero stati miglioramenti rispetto a l'anno prima.
“Nonostante i farmacisti continuino ad impegnarsi per trovare soluzioni, le carenze lasciano ancora molti pazienti senza il trattamento prescritto. Questa situazione provoca frustrazione e disagio per i pazienti e mina la loro fiducia nei farmacisti e nel sistema sanitario. Causano inoltre stress al personale delle farmacie e impongono un onere amministrativo aggiuntivo al lavoro quotidiano delle farmacie”, spiega in una nota il presidente Pgeu,
Aris Prins.La federazione dei farmacisti europei riferisce come, nel 2023, ogni farmacia dell’UE abbia dedicato in media quasi 10 ore settimanali a far fronte alla carenza di medicinali. Un tempo che è triplicato negli ultimi 10 anni; “tempo prezioso che potrebbe essere dedicato ad altri compiti utili come fornire consigli ai pazienti sull’uso sicuro ed efficace dei medicinali”. Il tutto, peraltro, avviene anche in un contesto di carenza di personale sanitario, evidenziano i farmacisti europei.
La Pgeu fa notare anche come “esistono forti differenze tra i paesi anche per quanto riguarda le opzioni che i farmacisti possono esplorare per trovare alternative – ad esempio la sostituzione o la combinazione – nel caso in cui il medicinale prescritto non sia disponibile. Ai farmacisti dovrebbe essere concessa una maggiore flessibilità e la possibilità di sfruttare le proprie competenze, conoscenze ed esperienze per assistere in modo efficiente i pazienti”.
Per Prins, in conclusione, “la riforma della legislazione farmaceutica dell’UE rappresenta un’opportunità unica per costruire una catena di approvvigionamento più resiliente e migliorare la prevenzione, il monitoraggio e la gestione delle carenze”. Ma c’è anche bisogno di “misure più immediate per affrontare questo problema cronico e invertire la tendenza negativa che i farmacisti denunciano da oltre un decennio”. A partire da “una notifica tempestiva delle carenze, un’informazione più tempestiva ai farmacisti e una ridistribuzione più equa dei medicinali tra i paesi”.