Il Sindacato dei Medici Italiani-Smi, con una lettera aperta a firma del segretario generale, Salvo Calì, si rivolge al ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, chiedendo, ancora una volta, che si apra un confronto con tutti i sindacati rappresentativi della categoria sul nodo dell’invio online dei certificati di malattia per evitare di andare incontro ad un fallimento del nuovo sistema a scapito dei medici, minacciati da ingiuste sanzioni e degli stessi cittadini. Lo Smi ribadisce anche la richiesta di una proroga del periodo di prova, la cui scadenza è prevista per metà settembre, e avanza la proposta di inserire rappresentati dei medici.nella Commissione tecnica di collaudo e verifica del sistema.
La lettera
Alla cortese attenzione
del ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione
On. Renato Brunetta
Gentile Ministro,
Le chiediamo ancora una volta di sederci attorno ad un tavolo per cercare di risolvere i problemi inerenti l’invio online delle certificazioni di malattia e, più in generale, per discutere sulla necessità di investire sull’innovazione tecnologica e l’efficienza.
I medici Le propongono un confronto basato su due direttive: dialogo aperto con i sindacati rappresentativi e quindi con un maggior coinvolgimento della categoria; analisi, e non rimozione, dei problemi emersi nel periodo di prova.
Lo scopo è definire un percorso condiviso, in tempi ristretti, per chiudere la fase di collaudo del nuovo sistema.
È evidente che da parte nostra non c’è alcuna preclusione rispetto a quella che è stata definita la “rivoluzione telematica nella sanità”, ma allo stesso tempo non possiamo non nascondere i molti problemi emersi e sottolineare la corretta previsione di disfunzioni, a suo tempo e con molto anticipo, denunciate ai dirigenti del Suo ministero e ai funzionari regionali competenti, dallo stesso Smi (per inciso: sindacato rappresentativo sia dei medici ospedalieri che convenzionati).
Lo stato della diffusione della banda larga e la capillarità della rete internet in Italia è ben lungi dall’essere in grado di supportare questa scommessa in così breve tempo, come dimostra anche l’istituzione di sistemi di call-center telefonici. Sono le stesse regioni, le aziende ospedaliere e le Asl che non sono in grado di fornire gli strumenti adeguati affinché i medici possano operare con efficacia. I numeri parlano chiaro, la messa a regime dell’invio online dei certificati va a rilento tanto tra i medici dirigenti che convenzionati. Le realtà che rispondono con più efficacia sono le Regioni che già avevano un sistema telematico in stato avanzato ed anche in questi casi con non pochi intoppi. Si avvicina la scadenza del periodo di collaudo di metà settembre e crediamo sia fuorviante semplificare o rimuovere questa situazione di difficoltà oggettiva ricorrendo alla minaccia di sanzioni ai medici cosiddetti: “inadempienti”.
Le dispute sul reale ammontare delle indennità informatiche o sull’entità dell’invio dei certificati online nonché le polemiche dei mesi scorsi sono da superare, le nostre richieste di slittamento del periodo transitorio sono ormai state fatte proprie da tutte le organizzazioni sindacali ed è per questa ragione che Le chiediamo, ancora una volta, di aprire un confronto costruttivo con la categoria, procedendo con gradualità e buon senso alla messa a regime del sistema. Non vi è da parte nostra alcuna volontà ostruzionistica, probabilmente alimentata da malintesi, ma la bontà del risultato non dipenderà da un mese in più o in meno della messa a regime del sistema, quanto piuttosto dalla sua efficienza complessiva.
Certi della sua attenzione e in attesa di un Suo riscontro, Le porgo cordiali saluti.
Salvo Calì
Segretario generale del Sindacato dei Medici Italiani - Smi