“ARSI sta monitorando giornalmente l’applicazione della norma per la stabilizzazione dei lavoratori e lavoratrici della ricerca sanitaria pubblica degli IRCCS pubblici e IZS della c.d. piramide della ricerca (decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, convertito in legge, con modificazioni, della legge n. 87 del 2023 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 155 del 5 luglio 2023; articolo 3-ter Disposizioni in materia di personale della ricerca sanitaria degli IRCCS pubblici e degli IZS). Come spesso avviene in Italia, ogni istituto segue propri iter per tale applicazione”. Lo segnala il direttivo dell'ARSI - Associazione Ricercatori in Sanità - Italia.
“Riteniamo importante sottolineare quali siano i loro gli aspetti comuni: l
’iter è partito nella maggior parte degli IRCCS pubblici, mentre è fermo nella maggior parte degli IZS come si evince dalla Tabella 1 che riassume la situazione degli atti ufficiali pubblicati dai vari istituti. La ripartizione dei fondi stanziati dalla legge per l’anno 2023 è stata comunicata agli IRCCS dalla propria Direzione Generale del Ministero mentre gli IZS non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione dalla propria Direzione. Tutti gli istituti che hanno avviato l’iter considerano tra i requisiti di stabilizzazione: avere almeno un giorno di contratto a tempo determinato “piramide” al momento della ricognizione; avere almeno 3 anni di contratti precari (tempo determinato “piramide”, cococo, coll. professionali, borse di studio) anche non continuativi negli ultimi 8 anni al 30 giugno 2023; avere almeno due valutazioni positive (la legge testualmente in realtà menziona “non avere avuto due valutazioni negative”) come indicato da una circolare agli IRCCS della Direzione generale della ricerca e dell'innovazione in sanità”.
“In pratica ad oggi gli aventi diritto a questa fase di stabilizzazione sono coloro entrati in “piramide” nel 2019-2020 nella prima fase di applicazione della legge 205/17. La maggior parte degli istituti ha però verbalizzato, in incontri con le RSU, che avvieranno successive ricognizioni nel 2024 e/o 2025 per coloro che hanno già oggi i primi due requisiti e che raggiungeranno le due valutazioni positive entro il 31 dicembre 2025 (termine definito dalla legge). Nessun istituto attualmente ha dovuto attendere un’ approvazione formale dalla propria Regione per avviare l’iter di stabilizzazione in quanto i fondi stanziati sono direttamente versati dal Ministero ad ogni singolo istituto. Le modalità seguite per completare l’iter sono invece disparate e vanno dalle manifestazioni di interesse su albo pretorio interno fino alla pubblicazione nei bollettini regionali (BUR) finanche alla Gazzetta Ufficiale (GU) rendendo perciò le tempistiche complessive completamente diverse da istituto a istituto. Dato questa sintesi riteniamo non più comprensibile e accettabile l’immobilismo degli istituti che non stanno avviando le procedure di stabilizzazione”.