Lavoro e Professioni
Previdenza Infermieri. Corte dei conti su Enpapi: “Nel 2021 disavanzo da oltre 60 mln”
Dopo la conclusione della fase commissariale nel 2021 il costo totale per il funzionamento degli organi dell’Ente, attestatosi a 1,12 milioni di euro, ha registrato un deciso incremento. Con riguardo al personale, si sono registrati incrementi di risorse (4 assunzioni) e passaggi d’inquadramento professionale, riflessi nell’incremento dei relativi costi (euro 3.755.235, + 8,75 per cento rispetto al 2020). Anche gli altri costi di struttura hanno registrato incrementi, particolarmente significativi per la parte relativa all’acquisizione di servizi professionali esterni (valore complessivo delle consulenze aumentato del 65,18 per cento rispetto al 2020, passando da euro 425.506 a euro 702.859). L’iscrizione integrale di 74 mln di minusvalenze nel bilancio dell’esercizio ha determinato il sensibile peggioramento del risultato contabile della gestione, che evidenzia un disavanzo economico di 64,2 milioni di euro (nel 2020 pari a 448mila euro), risultante dall’avanzo gestionale di 2,5 milioni di euro e dal disavanzo finanziario di 66,7 milioni di euro. L’applicazione di tale disavanzo d’esercizio al passivo patrimoniale ha determinato un valore del patrimonio netto negativo per circa 37 milioni di euro. è quanto emerge dalla relazione della Corte dei Conti sull’esercizio 2021 dell’Enpapi.
Il report della Corte su Enpapi
L’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica (Enpapi) - già “Cassa nazionale di previdenza e assistenza Ipasvi”- è stato istituito il 24 marzo 1998, con decreto n. 126971 del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, emanato di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, a seguito di quanto previsto nel decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per assicurare la tutela previdenziale degli infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici di infanzia. L’Ente può istituire forme pensionistiche complementari, nonché ulteriori forme di assistenza con gestione separata. Lo statuto prevede quali organi dell’Ente: il Consiglio di indirizzo generale (C.i.g.), il Consiglio di amministrazione (C.d.a.), il Presidente e il Collegio sindacale. Il mandato dei componenti di tutti gli organi è di durata quadriennale, con un limite di permanenza in carica di tre mandati consecutivi. A seguito di provvedimenti cautelari personali emessi dalla magistratura penale a carico del Presidente e del Direttore generale al tempo in carica, dal marzo 2019 l’Ente ha visto l’insediamento di un commissario straordinario nominato, ai sensi del d.lgs. 30 giugno 1994, n. 509, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il compito di salvaguardare la corretta gestione dell’Ente, nonché di avviare e concludere, entro sei mesi dalla nomina, la procedura per l’elezione dei nuovi amministratori dell’Ente stesso. La gestione commissariale, prorogata con provvedimenti ministeriali del 20 settembre 2019 e del 20 marzo 2020, si è esaurita nel corso del mese di maggio del 2020, quando il Commissario ha concluso il procedimento elettorale dei componenti degli organi amministrativi (C.d.a. e C.i.g.) e questi si sono formalmente insediati. Gli emolumenti, le indennità e i gettoni di presenza per il Presidente, i componenti del C.d.a. e del Collegio dei sindaci sono stati determinati, per il quinquennio 2020-2024, con deliberazione del Consiglio di indirizzo generale del 5 agosto 2020, n.13; gli emolumenti dei componenti del C.i.g sono stati determinati con deliberazione del C.d.a 6 agosto 2020, n. 64.
Per l’esercizio 2021 il costo totale per il funzionamento degli organi dell’Ente, attestatosi a 1,12 milioni di euro, ha registrato un deciso incremento rispetto all’anno precedente, quando tali voci di costo hanno inciso soltanto per la parte di esercizio successiva all’esaurimento della gestione commissariale. Quale primo esercizio interamente caratterizzato dalla gestione dei nuovi organi amministrativi dell’Ente insediatisi nel 2020, il 2021 ha visto dispiegarsi i primi effetti degli indirizzi e delle azioni gestionali assunte per rivisitare quell’assetto organizzativo e operativo che aveva fatto da contesto all’intervento di commissariamento ministeriale. Con riguardo al personale, si sono registrati incrementi di risorse (4 assunzioni) e passaggi d’inquadramento professionale, riflessi nell’incremento dei relativi costi (euro 3.755.235, + 8,75 per cento rispetto al 2020), sui quali ha comunque inciso in maniera prevalente l’effetto degli adeguamenti stipendiali derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale e integrativa. Anche gli altri costi di struttura hanno registrato incrementi, particolarmente significativi per la parte relativa all’acquisizione di servizi professionali esterni (valore complessivo delle consulenze aumentato del 65,18 per cento rispetto al 2020, passando da euro 425.506 a euro 702.859). Gli amministratori dell’Ente hanno riferito tali incrementi, da un lato, all’implementazione di progetti di miglioramento ed efficientamento della struttura informatica a supporto della gestione previdenziale; d’altro lato, alla gestione dell’incrementale contenzioso ingenerato dal potenziamento dell’azione di recupero dei crediti contributivi. Anche al netto di tali considerazioni, l’osservata dinamica espansiva dei costi di struttura suggerisce, in ogni caso e specie alla luce del quadro di agibilità economico-finanziaria dell’Ente, di orientare le scelte gestionali secondo canoni di contenimento e stretta correlazione dei costi rispetto incrementi di efficienza e produttività, costantemente monitorati nel tempo. Quanto alla gestione previdenziale e assistenziale, nel periodo di riferimento si è registrata una sostanziale stabilità complessiva della base contributiva, in termini di iscritti ed entrate da contributi previdenziali.
Al dato aggregato, tuttavia, è sottesa una differente incidenza – in positivo - dei risultati della Gestione separata; per converso, nei risultati della Gestione principale, l’osservata contrazione degli iscritti e soprattutto delle entrate contributive – secondo gli amministratori dell’Ente – è destinata a essere riequilibrata dalle azioni messe in campo per la “bonifica” dei dati delle posizioni previdenziali e per il riaccertamento e il recupero dei crediti contributivi inevasi. Sul versante delle prestazioni erogate, rispetto all’esercizio precedente le prestazioni sia previdenziali che assistenziali (comprensive dell’indennità di maternità/paternità) aumentano in numero, registrando tuttavia una diminuzione nel dato aggregato della spesa complessiva per prestazioni (-6,83 per cento rispetto al 2020). Al pari di quanto osservato negli esercizi precedenti, i risultati della gestione patrimoniale evidenziano le criticità di maggiore impatto sull’equilibrio economico-finanziario dell’Ente. Gli organi amministrativi dell’Ente hanno iniziato a implementare indirizzi di diversificazione del portafoglio degli investimenti, che resta decisivamente influenzato dalle scelte compiute tra il 2011 e il 2017.
Queste hanno indotto un’esposizione sbilanciata degli impieghi in fondi d’investimento alternativo di tipo chiuso, basati su asset illiquidi (in prevalenza immobiliari) e comportanti ingenti impegni di versamento costanti nel tempo, in un contesto gestionale che, peraltro, ha fatto emergere nel tempo diffuse criticità quanto a trasparenza e puntualità delle valutazioni dei soggetti gestori dei veicoli d’investimento. L’Ente ha riferito in dettaglio delle iniziative assunte, da un lato, sul versante contrattuale per ridurre le esposizioni e migliorare le condizioni economiche già negoziate in precedenza; d’altro lato per conseguire un più diretto monitoraggio dell’evoluzione di valori e rendimenti degli asset gestiti nei veicoli sottoscritti, favorendo anche l’avvicendamento delle società di gestione. Tuttavia, proprio in base agli esiti di tali azioni di monitoraggio e di aggiornamento dei valori degli asset gestiti dai fondi, l’Ente ha registrato nel 2021 rettifiche di valore relative ai più consistenti di tali comparti d’investimento, per complessivi 74 milioni di euro.
L’iscrizione integrale di tali minusvalenze nel bilancio dell’esercizio ha determinato il sensibile peggioramento del risultato contabile della gestione, che evidenzia un disavanzo economico di 64,2 milioni di euro (nel 2020 pari a 448mila euro), risultante dall’avanzo gestionale di 2,5 milioni di euro e dal disavanzo finanziario di 66,7 milioni di euro. L’applicazione di tale disavanzo d’esercizio al passivo patrimoniale ha determinato un valore del patrimonio netto negativo per circa 37 milioni di euro. In proposito, gli amministratori dell’Ente, come esposto nella nota integrativa, evidenziano come il percorso di riequilibrio del patrimonio netto è legato, oltre che agli eventuali ristori ad esito delle azioni giudiziarie in corso, dalla realizzazione di avanzi di natura finanziaria nei futuri esercizi, che saranno integralmente destinati al ripiano delle perdite manifestatesi nel 2021.
Con riguardo alle altre grandezze dei risultati contabili, sono meritevoli di annotazione gli incrementi registrati nell’attivo patrimoniale per le immobilizzazioni finanziarie (attestatesi a circa 811 milioni, +1,96 per cento rispetto al 2020) e nel montante dei crediti (attestatisi a 343,6 milioni di euro, +3,36 per cento rispetto al 2020), così raggiungendo così una consistenza pari a tre volte le entrate contributive dell’Ente. Peraltro, la quasi totalità delle voci di credito nell’attivo patrimoniale (euro 341.757.840), in costante aumento, riguarda quelli verso gli iscritti. In proposito, condividendo le considerazioni già manifestate dai Ministeri vigilanti, si rimarca l’esigenza di prestare il massimo sforzo operativo e organizzativo nell’attività di gestione della base contributiva e di recupero dei crediti verso gli iscritti, fornendo anche più chiare evidenze degli indirizzi seguiti nel bilanciare l’impiego dei diversi strumenti disponibili (riscossione esattoriale/contenzioso esternalizzato a studi legali e altri operatori professionali) e nella verifica dei risultati conseguiti. Sul versante delle passività si rileva l’incremento della voce “debiti verso gli iscritti e diversi”, al cui valore aggregato, pari a euro 1,21 miliardi nel 2021 rispetto a euro 1,12 miliardi nel 2020 (+7,71 per cento), contribuisce, tra l’altro, un tangibile incremento dei debiti verso gli iscritti per restituzione di contributi, pari ad euro 191.282.208 (a fronte di euro 172.733.467 nel 2020, + 10,73 per cento) La manifestazione di un disavanzo economico e di un patrimonio netto negativo di tale portata ha indotto il Consiglio di amministrazione a esprimere una dedicata valutazione in ordine alla sussistenza dei presupposti di continuità aziendale dell’Ente.
Gli amministratori, a tal riguardo, hanno validato la sussistenza delle condizioni di continuità aziendale riferendosi a uno scenario economico e patrimoniale valutato, in maniera prospettica, come solido. Valutazione, questa, giustificata anche sulla scorta, da un lato, dei dati di sintesi del Bilancio tecnico sull’orizzonte temporale 2021-2070, che evidenzia una situazione di “piena stabilità nel medio-lungo periodo” con un andamento sempre positivo del saldo previdenziale e del saldo totale, oltre a consistenze di patrimonio stimate sempre crescenti e superiori alla riserva legale; d’altro lato, valorizzando il percorso di diversificazione e ristrutturazione del portafoglio d’investimento, intrapreso con l’emersione di primi effetti economici positivi. Va peraltro evidenziato come il rendiconto finanziario fa emergere un incremento delle disponibilità liquide rispetto al 2020, riconducibile alla attività di investimento e, nello specifico, ai maggiori disinvestimenti. Il Collegio dei sindaci, nel rendere il proprio parere sul bilancio consuntivo 2021, preso atto delle valutazioni assunte dal Consiglio di amministrazione, ha raccomandato di effettuare un continuo monitoraggio, in merito al permanere del presupposto della continuità aziendale così come previsto dall’Oic 11, anche attraverso la revisione del bilancio tecnico. L’Ente si è peraltro conformato a tale ultima raccomandazione, predisponendo e approvando un aggiornamento del bilancio tecnico sull’orizzonte 2022-2070 che, pure incorporando i dati al 31 dicembre 2021 delle risultanze della gestione previdenziale e dell’acquisito peggioramento dei rendimenti della gestione patrimoniale, conferma l’andamento positivo dei saldi tecnici (previdenziale e totale) e del patrimonio a copertura degli impegni.