Lavoro e Professioni
Enpam. Via libera al preconsuntivo 2023: stimato un disavanzo di 4,5 mln
L’Enpam prevede di chiudere il 2023 con un sostanziale pareggio del saldo previdenziale. Lo si evince dal bilancio preconsuntivo approvato oggi dall’Assemblea nazionale dell’ente pensionistico dei medici e degli odontoiatri. La differenza fra entrate contributive e uscite per prestazioni è infatti stimata in un disavanzo di 4,5 milioni di euro su un flusso di contributi di oltre 3,4 miliardi di euro.
Il quadro è invece ancora parziale per quanto riguarda la gestione patrimoniale: gli investimenti finanziari e immobiliari per il 2023 portano un risultato positivo per 469 milioni di euro al netto delle imposte, ma alla fine dell’anno saranno da rilevare le effettive minusvalenze o plusvalenze da valutazione.
Bilancio di previsione 2024 L’anno prossimo la Fondazione vedrà ufficialmente gli effetti della prevista gobba pensionistica, che sarà affrontata con le risorse accantonate per questa ragione negli anni precedenti. Per il 2024, a fronte di un disavanzo del saldo previdenziale ipotizzato in circa 591 milioni, si prevede un risultato della gestione dell’Ente con negativo per soli 81 milioni di euro in totale. Un andamento frutto anche degli investimenti patrimoniali che dovrebbero far segnare un avanzo di circa 628 milioni di euro.
Il bilancio preconsuntivo 2023 e il bilancio di previsione 2024 sono stati approvati all’unanimità dei presenti, salvo un’astensione.
Modifica dello statuto Nella stessa seduta l’Assemblea nazionale dell’Enpam, con il voto favorevole di oltre quattro quinti degli aventi diritto, ha anche approvato alcune modifiche statutarie. L’ente dei medici e degli odontoiatri ha aperto teoricamente all’ampliamento della base associativa agli esercenti di altre professioni sanitarie, qualora venisse previsto per legge. Verrebbe inoltre aumentato il numero dei rappresentanti eletti direttamente dai contribuenti Enpam. Modificata inoltre la durata dei mandati, che passerebbero da 5 a 4 anni, sincronizzati con le scadenze elettive degli Ordini professionali, con un limite di tre mandati consecutivi anziché due.
Approvate infine modifiche che puntano a garantire una migliore rappresentanza di genere e a facilitare il ricambio generazionale negli organi di amministrazione.