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QS Edizioni - giovedì 21 novembre 2024

Lavoro e Professioni

“L’Ecm è un obiettivo strategico di tutte le Federazioni. Puntare su formazione dedicata al professionista”. A colloquio con la presidente della FNO TSRM PSTRP, Teresa Calandra

di Gloria Frezza
immagine 14 luglio - Dal 2023 anche i massofisioterapisti, con le altre 18 professioni sanitarie, saranno coinvolti nella formazione ECM. Con la presidente Calandra discutiamo del balzo che la nuova Commissione ECM dovrà guidare per la formazione dei sanitari.

“La formazione continua in medicina è un obiettivo strategico di tutte le federazioni e anche della nostra”, lo ha ribadito con forza Teresa Calandra, presidente della Federazione degli Ordini tecnici sanitari, radiologia medica e professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM PSTRP). Dopo l’annuncio del ministro della Salute Orazio Schillaci, all’evento “Cogeaps con Agenas: Prospettive e sfide dell’Ecm”.

Calandra ha parlato della necessità di “costruire dei percorsi condivisi per migliorare la formazione continua”, in vista dell’inizio dei lavori della Commissione nazionale ECM, che il ministro ha confermato prenderà l’avvio nel mese di luglio. Le 18 professioni sanitarie di FNO TSRM PSTRP, dal 2023, vedono inoltre coinvolta nella formazione ECM anche quella dei massofisioterapisti.

Per rispondere alle esigenze dei pazienti, sempre più alla ricerca di una cura multifattoriale e che coinvolga più professionisti sanitari spesso anche in digitale e con strumenti di telemedicina, la soluzione secondo Calandra è da ricercare in una formazione “dedicata”. Che sia dunque ritagliata sul professionista e ne ampli correttamente le skill.

Il 1° gennaio 2023 è iniziato regolarmente il nuovo triennio formativo ECM (2023-25) in cui le professioni sanitarie dovranno accumulare 150 crediti in 3 anni. In concomitanza è stata istituita una proroga di 365 giorni per concludere senza inadempienze il triennio passato 2020-2022. Un triennio particolare, quest’ultimo, perché segnato dalla pandemia e dalla necessità – intercettata dai provider – di ricorrere ad una formazione sempre più digitale e gestita da remoto. Il 2023 sarà contemporaneamente un anno per completare il recupero dei crediti mancanti 20-22 (possibile, in via straordinaria, anche per i trienni 2014-16 e 2017-19) e per l’accumulo dei nuovi 150 crediti in scadenza nel 2025.

A fine anno, se il recupero non sarà stato effettuato si incorrerà in sanzioni disciplinari stabilite dal proprio Ordine professionale di riferimento, in accordo con la Commissione nazionale ECM. “Al momento la nostra situazione è abbastanza positiva – spiega Calandra in riferimento a FNO TSRM PSTRP –, certamente l'approccio punitivo non è sempre quello che noi auspichiamo, di contro invece stiamo procedendo con attività formative dedicate e questo ci consentirà di portare appunto a casa dei nostri professionisti una formazione dedicata e quindi aiutarli ad assolvere il loro debito formativo”. Tra le novità si profila anche quella della formazione “in simulazione”, che per i professionisti sanitari potrebbe rappresentare una marcia in più per immergersi il più rapidamente possibile nelle tecniche da mettere in pratica sui pazienti.

Il triennio in corso (23-25) è fondamentale perché è il primo in cui l’acquisizione di almeno il 70% dei 150 crediti formativi sarà necessaria, dal 2026, per poter usufruire della propria polizza assicurativa. Il legame tra responsabilità professionale e formazione era ovvio sin dal principio, ma si concretizza con questa norma che premia il professionista sanitario che si aggiorna per i propri pazienti. Ci sarà quindi il concreto rischio, in caso di irregolarità nell’obbligo formativo, di trovarsi “sprovvisti” di polizza assicurativa se coinvolti in un caso di responsabilità professionale.

La presidente Calandra auspica ora che la formazione sia indirizzata su risorse sempre meglio distribuite. “La carenza di personale è un dato oggettivo – spiega – su cui tutti i giorni ormai ci stiamo confrontando e purtroppo l'arrivo dell'estate non potrà che aggravare la situazione proprio in forza del fatto che tutti abbiamo bisogno di fare il giusto riposo. Bisogna ragionare in modo più organico sul fabbisogno reale coinvolgendo massimamente le Regioni e soprattutto ascoltandole e ragionando sui nuovi modelli organizzativi, che certamente prevederanno un numero di personale differente. Magari ci accorgeremo che abbiamo distribuito male le risorse, che alcune professioni sono in realtà carenti e altre erano solo mal distribuite”.

Gloria Frezza

14 luglio 2023
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