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QS Edizioni - domenica 22 dicembre 2024

Lavoro e Professioni

Emergenza-Urgenza. Puntare su valorizzazione dei servizi e sostenibilità del sistema

di Teresa Bonacci
immagine 22 giugno - Si è svolto alla Camera dei Deputati un incontro di confronto tra professionisti sanitari ed esperti giuridici per affrontare il tema delle criticità del sistema dell’emergenza urgenza e riflettere sulle soluzioni più auspicabili, partendo dagli importanti provvedimenti messi in campo dal Ministero della salute. Ad organizzare l’evento Federsanità, Unione Italiana forense, Rivista Ius et Salus, Lions Club International.
Un modello di emergenza-urgenza che, puntando all’eccellenza, tenga conto della valorizzazione dei professionisti e della sostenibilità del sistema. E’ questa la prospettiva emersa dall’incontro “Emergenza-urgenza nella sanità: le prospettive” che si è svolto presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati e promosso da Federsanità, Unione italiana forense, Rivista giuridica Ius et Salus e Lion Club International. All’incontro è intervenuto anche il Capo della segreteria tecnica del Ministero della Salute, Marco Mattei.

“E’ un tema di grande importanza per il Servizio sanitario nazionale – ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci nel messaggio di saluto - l’attenzione nei confronti di tutto il personale sanitario e socio-sanitario impegnato in prima linea è massima. Abbiamo varato un primo pacchetto di misure e incentivi per rafforzare l’organico del personale sanitario nell’emergenza-urgenza, per rendere più attrattivo il lavoro nei reparti di pronto soccorso e contrastare gli episodi di violenza e aggressione verso gli operatori sanitari, con l’obiettivo di una riorganizzazione complessiva di tutto il nostro Servizio sanitario”.

I lavori sono stati aperti dalla Presidente di Federsanità Tiziana Frittelli, Dg dell’AO San Giovanni Addolorata di Roma: “per avviare una compiuta riflessione sul tema del sovraffollamento dei nostri pronto soccorso e della carenza dei medici d’emergenza, particolarmente sentito nelle province e nei piccoli centri, si deve tener conto delle trasformazioni socio-economiche della popolazione che a questo si rivolge. È tempo di scelte. La pandemia da Covid ha rappresentato una sfida senza precedenti per il sistema sanitario italiano, perché ha messo a dura prova la nostra capacità di risposta e adattamento. Ne siamo usciti insieme. Ma ora, più che mai – ha sottolineato Tiziana Frittelli - è necessario un reale sviluppo della sanità territoriale attraverso gli strumenti previsti dal DM77 e dal Pon Gov cronicità e una linea di azione per recuperare finanziamenti adeguati e una risalente carente programmazione delle risorse umane necessarie perché il problema dell’area emergenza urgenza nasce sempre fuori dell’area stessa con la mancanza di una appropriata presa in carico territoriale. Occorrono inoltre strumenti pe recuperare la demotivazione dei nostri professionisti”.

I lavori hanno visto il contributo tecnico dell’avvocato Elisabetta Rampelli, presidente dell’Unione Italiana Forense “l’evento di oggi vuole essere un contributo ad una riflessione compiuta sull’intero sistema di presa in carico dei cittadini, con l’intenzione di orientare i prossimi provvedimenti legislativi con uno sguardo attento e vigile sull’importanza di organizzare un adeguata risposta direttamente sul territorio. Ognuno nelle rispettive aree di competenza deve dare un contributo per superare le frammentazioni e le differenze, accogliendo e declinando nel modo più opportuno ed efficace le istanze tecnico - professionali, fornendo un’organizzazione attuabile e sostenibile, e garantendo ai cittadini utenti un servizio sanitario che assicuri standard di elevato livello aggiornati alle linee guida e al progresso tecnologico. In questo contesto – ha sottolineato – tutelare i professionisti che operano ogni giorno nel sistema sanitario nazionale è un punto dirimente dei prossimi provvedimenti. Troppi gli episodi di violenza a danno di medici e infermieri, soprattutto nell’area dell’emergenza urgenza. E’ importante resettare le normative in materia partendo dai grandi passi fatti da questo Governo con l’apertura dei posti di polizia nelle strutture sanitarie. Bisogna coinvolgere di più le strutture sanitarie perché mettano in atto strumenti di prevenzione a tutela dei lavoratori come ad esempio il patrocinio a spese dello Stato anche per gli operatori socio-sanitari aggrediti e la costituzione di parte civile delle Aziende nei procedimenti contro gli aggressori”.

Rispetto all’analisi delle norme sulla Sanità contenute nel cosiddetto decreto bollette (Dl 34/2023) e nella legge di conversione n. 56/2023, che recano misure destinate a fronteggiare la grave crisi di organico nelle strutture sanitarie e a limitare le esternalizzazioni, è intervenuta l’avvocato Vincenza Di Martino, direttore della rivista Ius et Salus. Di Martino ha sottolineato che la nuova normativa è finalizzata anche a inserire i medici in formazione nel Sistema Sanitario Nazionale per fidelizzarli e consentire il passaggio di competenze generazionali tramite la sottoscrizione dei contratti a temine e con orario a tempo parziale senza più il limite temporale. Non solo le disposizioni in argomento hanno lo scopo, tramite il ricorso alle prestazioni aggiuntive previste dalla contrattazione collettiva nazionale per il personale medico ed infermieristico dei servizi di emergenza-urgenza in alternativa alle esternalizzazioni e l’aumento della tariffa oraria prevista dal contratto collettivo nazionale, di rendere attrattivo il Ssn. In tal senso sono orientate anche le disposizioni che consentono al personale rientrante nelle professioni infermieristiche ed ostetrica di svolgere attività fuori dall’orario di servizio senza il limite del monte ore complessivo settimanale, limite che in precedenza era pari ad otto ore.

“La chiave per migliorare la qualità del servizio in area emergenza urgenza e superare le criticità è garantire una diversa organizzazione della gestione perché da un lato ci sono le norme, dall’altro la professionalità degli operatori ma in mezzo c’è la chiave di volta del sistema che è appunto un sistema organizzato. Nel Lazio – ha spiegato Maria Paola Corradi Dg di Ares 118 – stiamo tentando di mettere in atto un’azione per migliorare l’assistenza in termini di qualità, ma anche cambiare alcuni aspetti che hanno a che fare con la dignità delle persone, migliorando al contempo le condizioni di lavoro dei nostri operatori. E’ stato attivato un sistema di monitoraggio che ci consente, in tempo reale, di avere davanti su una unica piattaforma la situazione dei posti letto per acuti a ciclo continuo, grazie ai dati che vengono alimentati quotidianamente dalle stesse aziende sanitarie. Obiettivo di questa azione, messa in atto da una task force su mandato regionale, è quello di lavorare su dati omogenei e aiutare le aziende nel facilitare eventuali trasferimenti. In poco più di un mese abbiamo già 86 strutture attive su 118 nella trasmissione dei dati”.

Al dibattito hanno partecipato Fabio De Iaco presidente nazionale Simeu: "Il futuro comincia nel presente e il cambiamento non è più rimandabile. Ogni confronto volto alla ricerca di soluzioni concrete a problematiche complesse è apprezzabile e condivisibile. Simeu come società scientifica è da tempo impegnata e disponibile a dare il massimo contributo per il raggiungimento degli obiettivi comuni a professionisti e cittadini” e Barbara Mangiacavalli presidente di Fnopi: “Sono stati finalmente messi a sistema una serie di provvedimenti per dare una risposta concreta a situazioni di criticità importanti per i nostri professionisti dell’emergenza-urgenza. Però non bisogna dimenticare che gli infermieri non si sono mai tirati indietro né quando sono stati chiamati a uno sforzo collettivo, né nel dover lavorare oltre gli orari previsti. I timori sollevati da diverse parti, comprese le direzioni aziendali, sono infondati. A meno che non si sostenga che il sistema resta in piedi con questi orari straordinari. Non è accettabile. Inoltre durante la pandemia sono stati derogati diversi principi come l'iscrizione all'Ordine. In Italia ci sono circa 12mila infermieri che stanno lavorando ma noi non sappiamo né dove né come, e parliamo di assistenza prevalentemente ai pazienti più fragili".

Teresa Bonacci
Ufficio stampa Federsanità
22 giugno 2023
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