Lavoro e Professioni
Intelligenza artificiale in Sanità. Monaco (FNOMCeO): “Formazione è arma fondamentale per governarla senza perdere umanizzazione delle cure”
di Gloria FrezzaUn mestiere come quello del medico – il professionista che per antonomasia sta vicino alle persone – può cambiare radicalmente se messo di fronte all’intelligenza artificiale? L’argomento è piuttosto spinoso, sia per i professionisti che per i legali che saranno chiamati a dirimere in futuro casi legati a questo nuovo potente ma complesso strumento.
Proprio il confronto è stato l’oggetto del convegno “Gli scenari gestionali e assicurativi nella sanità italiana”, organizzato all’Università La Sapienza di Roma dalla professoressa Paola Frati e dal prof. Vittorio Fineschi. Alla due giorni di dibattiti e condivisione ha preso parte anche il segretario nazionale dell’Ordine dei Medici e presidente COGEAPS Roberto Monaco. “Costruire una formazione ad hoc è fondamentale”, ha sottolineato ai microfoni di Quotidiano Sanità, sia per gestire al meglio queste nuove potenzialità sia per non perdere un aspetto cruciale delle cure: il lato umano.
“L’AI ha le potenzialità per cambiare gli scenari della professione – ha detto Monaco – perché è il futuro, e il futuro non si può certamente bloccare. Anzi, è un sistema che deve essere sicuramente governato, altrimenti rischiamo di subirlo. La medicina fa passi da gigante, l’ingegneria sanitaria ma anche la sanità digital e l’intelligenza artificiale sono dati che vengono inseriti dall’uomo e possono essere utilizzati dai professionisti per lavorare meglio”.
Uno sguardo positivo, dunque, quello del segretario Fnomceo, che vede le mille applicazioni del digitale e non soltanto i limiti che potrebbe presentare. Resta fondamentale costruire una formazione (ECM e universitaria) pensata per i professionisti sanitari di oggi e domani. Quella che può diventare un’arma del professionista per saper “educare” l’intelligenza artificiale e non perdere il proprio ruolo umano di fronte al paziente.
“La formazione è fondamentale – spiega Monaco – perché dobbiamo ricordarci che essendo medici non possiamo perdere l’umanizzazione delle cure. Pertanto, dobbiamo costruire una formazione ad hoc, che segua il futuro della sanità digitale senza dimenticarci che abbiamo a che fare con la cura delle persone. Una formazione votata all’umanizzazione delle cure da una parte e all’implementazione della sanità digitale”.
Servirà una normativa ad hoc per regolare l’uso dell’AI? “Sì, sicuramente una normativa ad hoc sarà importante – conclude Monaco – ma quello che noi chiediamo come FNOMCEO è che questa normativa presupponga l’ascolto dei professionisti. Perché le leggi sono importanti, ci disciplinano però bisogna farle ascoltando chi tutti i giorni e tutte le notti lavora sul campo”.
Gloria Frezza