La sanità è una risorsa e non un costo. Questo principio è stato messo in crisi da anni di scelte sbagliate: la mancanza di investimenti, di innovazione tecnologica nei nostri ospedali pubblici e i tagli continui alle risorse oltre al blocco del turn over.
Nelle Regioni più ricche, gli ospedali offrono un'assistenza di buon livello solo per l'abnegazione di medici, tecnici e infermieri: manca il sapone nei bagni, l'acqua potabile per il personale che fa il turno di notte, ho visto barelle spinte con una mano sola, perché l’altra doveva sorreggere la sacca della flebo. Insomma, non si può continuare a pretendere di colmare le carenze del sistema con l’abnegazione del personale.
Nonostante questo, altri tagli sono in arrivo con la legge di stabilità: aggiungere ai 21 miliardi già previsti altri 1,6 miliardi significa dare l'impulso per il tracollo definitivo. Mi oppongo all'idea che il nostro Servizio Sanitario Nazionale sia smantellato e sostituito da un sistema privato all'americana, dove i ricchi possono avere l'assistenza migliore mentre i poveri sono condannati non avendo i soldi per curarsi. Ecco perché esprimo la mia convinta adesione alla Manifestazione nazionale "Diritto alla cura, diritto a curare" del 27 ottobre.
Ignazio Marino