Con la sentenza n. 1367/2010 il Tribunale Civile di Perugia ha accolto il ricorso promosso dalla Fp Cgil Medici e condannato il Governo italiano a pagare a 21 medici specializzandi la somma di 6.713,94 euro (rivalutati e con gli interessi) per ogni anno di frequenza al corso di specializzazione negli anni 1982-1991. La causa, iniziata nel 2000, è così giunta alla sentenza di primo grado.
“L’iter è stato molto lungo”, ma “viene finalmente riconosciuto ai medici il diritto alla retribuzione per gli anni della specializzazione come stabilito dalla Direttiva Comunitaria del 1982 (82/76 CEE)”, spiega in una nota Nicola Preiti, coordinatore nazionale Fp Cgil Medici – Medicina Generale, aggiungendo che “purtroppo l’Italia ha adottato la Direttiva, con colpevole ritardo, solo nel 1991, con il D.Lgs. 8 agosto 1991, n.257. Per questo la Corte di Giustizia Europea (sentenze del 25/02/1999 e del 03/10/2000) ha riconosciuto la responsabilità dello Stato italiano per tardiva applicazione del Diritto Comunitario, e ha così fissato una regola di diritto comunitario che porta al riconoscimento del diritto all’indennizzo per la mancata retribuzione dei medici specializzandi nel periodo intercorso tra l’entrata in vigore della direttiva comunitaria e la sua adozione nel nostro ordinamento”.
Il sindacalista racconta che una diatriba sui termini della prescrizione rischiava infatti di fermare l’iter, ma sulla base della ricostruzione operata dal Giudice del Tribunale di Perugia si è convenuto che i classici termini della prescrizione non possono essere utilizzati qualora la loro applicazione porti alla negazione dei diritti comunitari. “Questa sentenza, che approfondiremo nelle motivazioni, è quindi fondamentale anche per la giurisprudenza" e, secondo Preiti, “potrebbe aprire nuove speranze per gli altri medici specializzati negli anni 1982/1991”.