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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Lavoro e Professioni

“Distretti sanitari: pieno sviluppo all’infermerie di famiglia e comunità”. Fnopi e Card siglano protocollo d’intesa

immagine 21 aprile - Mangiacavalli: “Distrettoìelemento che aiuta a ricomporre la frammentazione del nostro sistema salute, anche inserendo il sociale, e gli infermieri sono al centro e motore di questo cambiamento”. Volpe: “Senza il Distretto, sanità e Salute Pubblica non potranno superare la fase post pandemica ed essere pronte ad entrare in una nuova era“

Potenziare i distretti sanitari grazie alla figura soprattutto dell’infermiere di famiglia e comunità, non solo quale modello professionale, ma anche come riferimento culturale e organizzativo per le nuove politiche della sanità territoriale.

Questo l’obiettivo del Protocollo di intesa siglato tra Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche e la Card la Confederazione delle Associazioni Regionali di Distretto – Società Scientifica delle Attività Territoriali.

Per incentivare il ruolo dell’Infermiere all'interno degli ambiti distrettuali, a partire dalla figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità, le attività che il protocollo intende promuovere sono:

  • valorizzare le competenze acquisite dal professionista, per rispondere alle nuove esigenze della popolazione, innanzitutto per disporre di servizi di prossimità;
  • favorire l’integrazione tra i diversi professionisti della sanità, anche nell’ambito dell’organizzazione delle strutture di direzione;
  • favorire la diffusione e l’accessibilità di dati epidemiologici tra tutti i professionisti del territorio per sviluppare modelli di cura sempre più rispondenti alle esigenze della popolazione;
  • favorire l'implementazione del modello di community building, e, così, i valori di coinvolgimento, proattività, promozione delle connessioni sociali e coprogettazione;
  • favorire la creazione di percorsi di formazione, rivolti in particolare all’Infermiere di famiglia e di comunità, perché possa acquisire un maggior grado di preparazione nei diversi ambiti di intervento e valorizzare, così, le proprie competenze trasversali.

Il protocollo prevede specifici accordi attuativi in relazione ai singoli progetti di collaborazione e dovrà garantire la collaborazione per la divulgazione dell’attività ai livelli nazionali, regionali e provinciali e una continua e costante collaborazione tra gli eventuali rispettivi gruppi di lavoro, necessaria alla ottimale realizzazione delle rispettive attività.

“Il ruolo dei distretti in questo momento e in questo assetto che si sta dando al sistema salute del Paese – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi - è un ruolo strategico, un punto chiave, la cerniera di congiunzione tra l'ospedale per acuti e la necessità di garantire quella che nel PNRR è chiamata sanità di prossimità, salute di prossimità. Il distretto gioca questo ruolo di connessione: un momento peculiare e anche un luogo fisico e virtuale, grazie alle nuove tecnologie d’incontro, confronto, definizione di percorsi, di integrazione multiprofessionale e di integrazione dei setting assistenziali. Il distretto è quell'elemento che aiuta a ricomporre la frammentazione del nostro sistema salute, anche inserendo il sociale, e gli infermieri sono al centro e motore di questo cambiamento”.

“Senza il Distretto – è il commento del presidente Card, Gennaro Volpe - Sanità e Salute Pubblica non potranno superare la fase post pandemica ed essere pronte ad entrare in una nuova era che non lascia indietro nessuno, resta vicino a tutti, in cui ciascuno potrà sentirsi protetto e proiettato in un futuro meno temibile. Per realizzare tutto questo, la nuova organizzazione del territorio esige risorse umane adeguate, ben retribuite e ricche di competenze e capacità. Il sistema distrettuale deve essere attrattivo dei migliori e deve essere chiaro che per organizzare servizi e strutture territoriali attive h24, non può accettare personale di quantità insufficiente e qualità marginale. Il Distretto deve porre al primo posto l’attenzione alle persone/famiglie assistite e a coloro che le prendono in carico. Solo questa duplice, costante attenzione ci permetterà di avere una sanità ‘person and community centred’”.

21 aprile 2023
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