Lavoro e Professioni
Contratto Dirigenza sanità: approvato atto d’indirizzo. Sono interessati 135.000 dirigenti ed avrà un impatto economico di poco meno di 650 milioni di euro. Ecco cosa prevede
“Approvato l’atto di indirizzo per l’avvio delle trattative per il nuovo contratto dell’Area del Comparto sanità”, annuncia Davide Caparini, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“Sono interessati 135.000 dirigenti – spiega Caparini - ed avrà un impatto Economico di poco meno di 650 milioni di euro. L’approvazione di questo atto da parte del Comitato di settore Regioni-Sanità avviene al termine della fase più acuta dell’emergenza, che ha messo in luce la capacità del Servizio Sanitario Nazionale di far fronte a estreme criticità. Tutto ciò coincide con l’attuazione anche del PNRR, la nuova sfida a cui la Sanità italiana è chiamata a rispondere”.
“La valorizzazione dei medici che già lavorano nel sistema sanitario e la necessità di far fronte alla carenza di personale, sono gli obiettivi che occorre perseguire in questa tornata contrattuale. Le Regioni ritengono pertanto importante avviare in tempi rapidi la fase di contrattazione per poter individuare gli strumenti più utili, in piena collaborazione con Governo, organizzazioni sindacali e l’Aran. Tra le principali linee di intervento c’è la revisione del sistema degli incarichi e la rivalutazione dell’indennità di posizione con una semplificazione delle procedure dei fondi contrattuali”, ha concluso Caparini.
Ora si è in attesa dell'ok del Mef.
Cosa prevede l’atto di indirizzo del contratto per la dirigenza medica e sanitaria
L’Atto di indirizzo approvato oggi dalla Comitato di settore Regioni-Sanità, in attesa dell’ok finale del Mef, parte dalla constatazione che “la contingente carenza di personale medico, soprattutto in alcuni ambiti specialistici quali a titolo esemplificativo quello dell’emergenza/urgenza, anestesiologico, radiologico, ostetricoginecologico, pediatrico, psichiatrico e altri, e il fenomeno delle dimissioni volontarie che sta assumendo anche nel contesto sanitario dimensioni significative, determina la necessità di interventi a livello economico e operativo, al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi e limitare, per quanto possibile, le esternalizzazioni”.
Da qui “l’esigenza di incentivare l’ingresso nel SSN dei giovani e di trattenere/fidelizzare i professionisti che già vi operano, prevedendo sviluppi di carriera, ma anche modalità di lavoro che consentano una migliore armonizzazione con la vita privata e familiare, in modo da attenuare l’uscita dal sistema pubblico dei professionisti verso l’ambito del lavoro privato e/o libero professionale”.
Per farlo l’atto di indirizzo individua alcune linee di intervento per il sistema degli incarichi dirigenziali suggerendo “una rimodulazione del sistema degli incarichi, verificando in particolare, la possibilità, di “una rivalutazione della retribuzione di posizione correlata all’incarico professionale di base, anche al fine di renderla coerente con il sistema degli incarichi previsto nel Comparto sanità, al fine di valorizzare l’ingresso dei giovani e rendere maggiormente competitivo il lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale” e di una “armonizzazione dei valori massimi della retribuzione complessiva di posizione con il nuovo sistema degli incarichi, ivi inclusa quella relativa all’incarico di direttore di dipartimento, con esclusione, comunque, di maggiori oneri a carico dei bilanci degli enti del SSN”.
L’atto di indirizzo prevede poi che “particolare attenzione dovrà essere posta a quelle voci della retribuzione che valorizzano le condizioni di lavoro e al disagio che vanno considerate una priorità assoluta da garantire in un settore come quello della Sanità che opera con continuità, assicurando il servizio 365 giorni/anno e 24ore/giorno e che presenta un costante invecchiamento della risorsa umana impiegata e, quindi, un particolare aggravio di impegno”.
“A tal fine – si legge - sarà necessario rivedere il sistema dei compensi correlati alle condizioni di lavoro al fine di riconoscere prioritariamente il servizio prestato presso le sedi maggiormente disagiate, in particolare i servizi di emergenza/urgenza, le sedi periferiche, ecc.”.
Sull’orario di lavoro, l’atto prevede che sia omogeneizzata “la presenza in servizio sulle 24 ore per tutti i profili dirigenziali di cui al campo di applicazione del contratto”.
Inoltre, “al fine di contenere il fenomeno delle dimissioni dal servizio e del pensionamento anticipato”, si dovranno “prevedere strumenti diretti ad armonizzare le esigenze di vita e di lavoro, implementando le fattispecie e i contingenti di personale ammesso al rapporto di lavoro con impegno orario ridotto, anche in considerazione dell’età anagrafica”.
Per quanto riguarda le prestazioni aggiuntive l’atto di indirizzo sottolinea che “il nuovo contratto dovrà puntualizzare modalità e limiti nell’applicazione dell’istituto, specie con riferimento agli ambiti con maggiore carenza di personale senza nuovi e maggiori oneri a carico dei bilanci degli enti rispetto a quelli derivanti dalla vigente disciplina contrattuale”.
Inoltre “per garantire la copertura dei turni di guardia con personale aziendale, evitando le esternalizzazioni, il contratto dovrà valutare la possibilità, di coinvolgere, in via residuale, nelle guardie notturne retribuite a tariffa anche ai dirigenti a rapporto non esclusivo”.
Il quadro economico del contratto
Le tavole seguenti mostrano la previsione degli oneri per il rinnovo contrattuale dei dirigenti dell’Area della Sanità.