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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Lavoro e Professioni

Infermieri sempre più giovani. L'iscrizione all'Albo arriva prima dei 25 anni

immagine 29 agosto - Tra  il 2007 e il 2011 la quota di laureati con meno di 25 anni è cresciuta dal 45,6% al 57,8%. Ipasvi: “Segno evidente di un percorso universitario che regge e di un appeal ritrovato nei confronti della professione da parte dei giovanissimi”.
Infermieri sempre più giovani. Diminuisce ancora, infatti, l’età media di iscrizione all’albo (e quindi di conseguimento della Laurea in Scienze infermieristiche). Già bassa nel 2007 (25,3 anni di età in media), è scesa fino a 24,7 anni nel 2011. Una riduzione che ha interessato indistintamente uomini (da 25,5 anni a 25,2) e donne (da 25,3 a 24,5) così come, a livello territoriale, ha investito tutte le ripartizioni geografiche.
 
I dati arrivato dalla ricognizione della Federazione dei Collegi Ipasvi sulle “transizioni in ingresso e in uscita dalla condizione professionale di infermiere” nel quadriennio 2007-2011. Si tratta di informazioni utili ad analizzare la reattività della professione infermieristica alle sollecitazioni della realtà sociale ed economica del nostro Paese e alle modifiche che intervengono in essa nel corso degli anni.

Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i nuovi iscritti agli Albi provinciali Ipasvi appartenenti alla fascia d’età 22-30 anni, proprio per fotografare al meglio la transizione università-lavoro. Quelò che emerge è che i ragazzi diventano infermieri in età sempre più giovane, appunto. Un successo che, secondo l’analisi degli uffici della Federazione, dipende da molteplici  fattori: “L’accorciamento dei tempi di conseguimento della laurea derivante da una maggiore applicazione negli studi, verosimilmente determinata da una maggiore motivazione e fiducia nelle opportunità offerte dalla professione”. E ancora, “l’anticipo dei tempi di ingresso ai corsi universitari, almeno in parte dovuta al fatto che la professione di infermiere non è più vista come scelta di ‘ripiego’”. In generale, secondo l’Ipasvi, “l’ingresso ai corsi universitari di studenti di ‘qualità’, che si riflette positivamente sui punti precedenti.

Tutti fattori che, secondo la Federazione, “testimoniano di un accresciuto appeal della professione infermieristica e di una maggiore fiducia sulle relative prospettive professionali”. Conclusione che per l’Ipasvi trova conferma anche nel dato sulle iscrizioni di giovani 22-30enni, che per il 2011 parla di un incremento del 17% rispetto al 2010 e del 53% rispetto al 2007.

 

 
29 agosto 2012
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