Lavoro e Professioni
Valori etici e contratti di lavoro nell’ospedalità privata accreditata
di Fabio Florianello, Carlo PalermoFino a qualche decennio fa, il mondo imprenditoriale veniva percepito come una realtà finalizzata solo a massimizzare i profitti, in cui non c’era spazio per principi etici. L’imprenditore doveva fare profitti rispettando la legge, ma senza porsi scrupoli morali e senza dover valutare se le proprie azioni agissero a favore o contro l’interesse e il benessere della società e dei lavoratori.
Negli anni 70, il premio Nobel per l’economia Milton Friedman sintetizzava il pensiero aziendale in: “The business of business is business”.
Nel corso della storia tuttavia è innegabile l’avvenuta evoluzione dei principi di gestione di un’impresa e del suo ruolo nella società.
Il greco Senofonte nel suo “Οἰκονομικός (Economico)” - scritto intorno al 400 a.C. – delineava sotto forma di dialogo tra Critubolo e Socrate le basi dell’impresa e del management e, attraverso la figura di Isomaco, esemplificava l'imprenditore come “uomo nobile” che si pone contro la proprietà parassita intenta non a perseguire fini sociali, ma soltanto potere per sé. Isomaco rappresenta un modello di imprenditore e di gestione dell’impresa valido ancora oggi: chiarezza strategica, coinvolgimento del personale, squadra di persone animate da dedizione al proprio compito. Il valore essenziale dell’imprenditore per Isomaco è identificato nella capacità di guadagnare migliorando il proprio ambiente, producendo lavoro, motivando gli uomini, dando senso alla loro fatica e alla loro utilità.
Adam Smith alla fine del ‘700 esponeva una teoria assolutamente innovativa sostenendo che nella ricchezza di una nazione, determinata dalla produttività del lavoro e dall'accumulazione del capitale, si poteva ravvisare l’esistenza di una “mano invisibile” capace di guidare gli individui a perseguire il proprio interesse personale e con esso il raggiungimento di un fine ulteriore, vale a dire l’ottimale funzionamento del sistema economico, che è poi l’interesse dell’intera società e degli uomini.
John Maynard Keynes scriveva tra il XIX e il XX secolo che l’uomo non è una macchina, non è un robot che esaurisce la sua ragion d’essere nella produzione di beni e servizi. L’uomo non è un mezzo ma un fine e, in quanto tale, precede il mezzo. Una macchina logora o obsoleta si sostituisce. L’uomo, ogni uomo, è una creatura unica e irripetibile che non si esaurisce nelle sue capacità produttive; l’uomo precede, sempre e comunque, la produzione, il profitto, l’utile. In sintesi “tornare a porre i fini davanti ai mezzi e anteporre il buono all’utile”.
Vi fu poi la scelta dei nostri Padri Costituenti a porre il lavoro in prima posizione fra i principi fondamentali dei valori di impresa: l’attività umana da cui prende slancio il progresso e la giustizia dello Stato.
Recentemente anche Papa Francesco ha ricordato con forza al mondo del lavoro quanto sia grande la scommessa sui valori di impresa. I suoi quattro “no” rappresentano la battaglia civile e politica di un leader mondiale per la sopravvivenza della nostra civiltà: “no ad un’economia dell’esclusione”; “no alla nuova idolatria del denaro”; “no ad un denaro che governa invece di servire”; “no all’iniquità che genera violenza”.
In ogni caso non si può negare che oggi sia iniziato un cambio di prospettiva con la definizione di un insieme di valori condivisi, che pongono al centro l’individuo rispetto alla produzione. Sono i valori etici che legano l’azienda, il cliente-consumatore e il personale in quanto produttore o erogatore di servizi.
In altre parole si va affermando la necessità di un’azienda guidata da una convergenza tra i valori esplicitati dall’organizzazione e i valori personali di ciascun membro dell’organizzazione che si pongono al servizio dell’individuo-cliente.
Nel contesto attuale, infatti, l’impresa è un’istituzione sociale che non può prescindere dai valori etici che influenzano la società nel suo insieme, ossia nel contesto in cui agisce. Perseguire l’obiettivo del profitto non deve danneggiare la comunità, l’ambiente nel quale opera e in particolar modo il Personale che effettua la produzione o eroga il servizio.
A maggior ragione in sanità la cui missione è rivolta al perseguimento della tutela della salute collettiva e dei singoli non si può prescindere dal rispetto e dal perseguimento di valori etici.
Il nostro Servizio Sanitario si basa infatti su grandi principi e valori in cui Personale e organizzazione sono strettamente connessi tra loro per la tutela della salute dei cittadini rappresentando l’asse portante di ogni prestazione. Cultura del servizio, centralità del paziente, centralità del personale, assumono sempre più un ruolo di fattore centrale per il successo dell’impresa sanitaria e del suo datore di lavoro.
Sono valori di forte richiamo a quella responsabilità che si è accettata quando liberamente un’impresa privata ha scelto di operare in un grande progetto comune come il Servizio Sanitario Nazionale.
Due sono gli aspetti particolarmente rilevanti. Il primo come concretizzare il tema dell’etica nei contratti nella sanità privata operante per il SSN. Il secondo come conciliare la logica di un giusto profitto con il lavoro etico in un ambito che non è libero mercato ma servizio pubblico, pur erogato da soggetto privato.
Innanzitutto vi è l’adozione di un Codice Etico che rappresenta una prima risposta da parte di un’organizzazione all’esigenza di dare una dimensione etica e responsabile alla propria attività. E’ il punto di partenza per costruire all’interno dell’azienda una strategia operativa ispirata ai valori della funzione sociale d’impresa e sviluppare una comunicazione diretta, diffusa e trasparente con i propri dipendenti.
In altre parole un codice di comportamento finalizzato ad assicurare correttezza e trasparenza dei comportamenti da parte dei dipendenti (peraltro già presente nei contratti di lavoro), ma che non può prescindere dai comportamenti dei datori di lavoro.
Il Codice etico aziendale deve definire le norme morali e sociali al quale tutti, dipendenti e datori di lavoro, devono conformarsi, identificare e valorizzare i principi di riferimento, indicare le modalità per il loro rispetto e perseguimento: regolamentazione nazionale facente riferimento al settore specifico (es: CCNL, codice civile, statuto dei lavoratori); regole etiche e sociali proprie dell’azienda, con particolare attenzione ai comportamenti da tenere e alle implicazioni in caso di inadempienze; attività di promozione dei principi enunciati nel codice la cui osservanza dipende essenzialmente dalla volontà e dalla coerenza del management, dal senso di responsabilità dell’azienda nel rispettare i valori affermati e dal coinvolgimento del Personale nel suo complesso e nei rispettivi ruoli.
In secondo luogo è necessario capire quanto il benessere del lavoratore possa aumentare il rendimento. L’agire etico perseguito dall’azienda deve essere un incentivo razionale per cercare di capire non solo cosa sia giusto fare, ma anche il “perché” sia necessario farlo.
Creando un miglioramento delle condizioni di lavoro il Personale sentirà di lavorare per un bene superiore contribuendo ad una causa importante e avrà una maggiore motivazione. Vi saranno professionisti più dedicati e soddisfatti, che guardano al bene dell’azienda e all’obiettivo aziendale.
La comprensione di questi valori e il loro trasferimento nei contratti di lavoro verrà a costituire il valore aggiunto ai fini del raggiungimento della migliore qualità della prestazione, obiettivo fondamentale per qualsiasi impresa sanitaria.
“Il legame tra etica e medicina non è solo qualcosa che garantisce una migliore gestione delle risorse economiche, ma, ben più in profondità, è la via per eccellenza della cura dell’essere umano in tutte le sue dimensioni”. E’ un richiamo alla riflessione suggerito dalle parole di Vito Mancuso.
Fabio Florianello
Esecutivo Nazionale ANAAO ASSOMED - Coordinatore Commissione Sanità Privata Accreditata
Carlo Palermo
Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED