"L’ordine del giorno, che impegna il Governo ad attivarsi per prevedere la limitazione della prescrivibilità a un solo pezzo per ricetta, lungi dal poter determinare un risparmio nella spesa farmaceutica, comporterà, invece, maggiori costi per il Ssn e per i cittadini". Così il segretario Fimmg,
Giacomo Milillo, ha commentato il
provvedimento approvato ieri, definendosi "allibito dall'improvvisazione dall'incompetenza che lo hanno ispirato".
"Si pensi solo al fatto che ogni ricetta di carta filigranata costa allo Stato circa un euro e che i cittadini dovranno moltiplicare i costi sociali per l’accesso al farmaco - ha detto Milillo - ciò determina inoltre una riduzione dell’adesione alle terapie, soprattutto nei malati cronici". Per il segretario Fimmg sarebbe stato sufficiente approfondire nel merito l’esperienza del Lazio "che si è dimostrata fallimentare, tanto da essere rapidamente ritirata”.
“Sarebbe bastato chiedere la documentazione degli atti di allora per vedere che tale limitazione della prescrizione fu frettolosamente ritirata tra le proteste dopo soli 30 giorni dall’entrata in vigore con la motivazione che tale provvedimento aveva prodotto disagi ai cittadini, ai medici ed ai farmacisti (delibera di giunta del 28/3/2002 n.389 in allegato) - ha aggiunto
Pier Luigi Bartoletti, segretario regionale della Fimmg Lazio - all’epoca definimmo il provvedimento la 'rateizzazione' della terapia, e l’allora Giunta Regionale riconobbe l’errore. Tutto ci saremmo aspettato - ha concluso - fuorché rivederlo proposto a livello nazionale dopo 10 anni”.