“Il Comitato Centrale Fnopo esprime la non condivisione del contenuto del
Ddl Boldrini n. 2396 ‘
Riordino della formazione universitaria delle professioni sanitarie infermieristiche, nonché delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica’ che, sebbene formalmente esprima nel titolo la volontà di riformare il percorso di studi universitario delle professioni sanitarie, di fatto ridisegna il percorso formativo di base e post base solo per le professioni infermieristiche (infermieri e infermieri pediatrici). Quel che non si comprende, infatti, è la ratio di voler inserire in un testo che riguarda palesemente solo le professioni infermieristiche, anche le altre professioni sanitarie, compresa quella di Ostetrica/o, che vengono così accorpate e relegate in un ultimo articolo che risulta fuori contesto”.
Così la Presidente della
Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica/o,
Silvia Vaccari.
“Se il testo del Ddl intende essere una riforma tout court di tutte le professioni sanitarie – spiegano i vertici nazionali della professione ostetrica – ribadiamo con forza la sua inadeguatezza poiché non rispetta né rispecchia le specificità di tutte le professioni citate né la normativa vigente. Questo non solo danneggia e penalizza gli attuali e i futuri professionisti, ma comporta anche il rischio che venga meno la tutela della salute delle donne, delle madri e dei neonati la cui assistenza compete lecitamente alle Ostetriche/i. Al di là del necessario e doveroso lavoro in équipe, interdisciplinare e multidisciplinare, le professioni sanitarie, regolamentate e ordinate, hanno una specificità che deve essere rispettata, riconosciuta e tutelata. Ed è all’interno di questo imprescindibile paradigma che si deve sempre muovere la politica quando si occupa di professioni sanitarie, come già espresso nella legge 251/2000”.
“A ciò, prosegue la Fnopo, si aggiunge che la Federazione nazionale non è stata consultata nella discussione del Ddl in qualità di organo di massima rappresentanza politica della professione di Ostetrica/o e pertanto consapevole del necessario sviluppo del settore scientifico disciplinare Med/47 e della formazione accademica della professione che rappresenta. Né risulta che sia stato consultato l’Osservatorio nazionale delle professioni sanitarie (Onps), che ha il mandato dal Legislatore di formulare proposte e pareri per la definizione di criteri e modalità che assicurarono la qualità della formazione in conformità alle indicazioni dell’Ue (Decreto Mur 14.1.2021)”.
“L’Osservatorio neo insediato non ha ancora ricostituito i Gruppi di lavoro per l’esame di proposte di rivisitazione dell’attuale assetto formativo delle professioni sanitarie – prosegue il Comitato Centrale Fnopo – nel 2020 l’Oms ha celebrato l’Anno internazionale dell’ostetrica/o e dell’infermiere nel contesto della Giornata mondiale della salute, ricordando ai leader mondiali il ruolo fondamentale che tutte le professioni sanitarie svolgono nel mantenere il mondo in salute. Per tale impegno e per le motivazioni brevemente riportate, la Fnopo si esprime in disaccordo con l’impianto del Disegno di legge n. 2396 anche a nome delle 21mila professionisti/e Ostetriche/i che svolgono un ruolo cardine nella tutela della salute materno neonatale con responsabilità e con carichi di lavoro complessi ed usuranti”.
La Fnopo auspica quindi che “la necessaria revisione della formazione ostetrica avvenga attraverso un proficuo confronto sia con i decisori politici sia nei contesti istituzionali di competenza, quali l’Onps, affinché le sfide sanitarie attuali e del domani possano essere affrontate da professionisti competenti nel fornire una assistenza sempre più qualificata efficace ed efficiente”.