Gli ambulatori dei medici di famiglia sono presi d’assedio dai pazienti, già da molti anni, per compiti impropri, ma con le nuove normative per l’emergenza Covid e sul Green Pass questa situazione è peggiorata a scapito dell’assistenza sanitaria per i cittadini.
Questa la ferma denuncia di
Nicola Paoli coordinatore nazionale
Cisl Medici per la medicina generale e di
Francesco Esposito, segretario generale di
Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu che sottolineano la necessità di una netta inversione di tendenza e si rivolgono al ministro della Salute
Roberto Speranza e alle Regioni: “I medici devono tornare a fare i medici. Questo deve essere l’asse su cui costruire un intervento urgente per ridurre la pressione burocratica sugli ambulatori dei medici di famiglia. Per esempio, ricondurre alle Aziende Sanitarie territoriali, il rilascio del certificato di guarigione Covid, così da evitare che i pazienti lo chiedano ai loro medici”.
“Chiuso l’accordo che riguardava il triennio 2016-2018 che ha visto la firma di tutti i sindacati, dopo alcune sterili polemiche - continuano i due dirigenti - possiamo concentrarci su una questione: la battaglia di proposte sul prossimo Atto di Indirizzo, vista anche la continua ridda di voci e contrapposizioni tra le regioni sull’annosa questione dello stato giuridico (dipendenza o convenzione). La vera partita è, e sarà, il nuovo accordo che si dovrà chiudere entro giugno, viste le scadenze del Pnrr”.
“Ma nell’immediato - concludono Esposito e Paoli rivolgendosi a tutte le sigle sindacali - evitiamo le fughe in avanti, le iniziative minoritarie e che rischiano di essere controproducenti anche con l’opinione pubblica, costruiamo, invece, un fronte comune su un tema che unisce tutti i medici al di là delle appartenenze sindacali: la lotta contro i molti compiti impropri scaricati sulla categoria e per rilanciare la centralità della medicina generale nella sanità pubblica”.