“Un nuovo Codice, che sia in grado di tutelare la persona assistita nel pieno rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti e in aderenza ai fini più autentici della deontologia medica”.
A tratteggiarlo, di fronte ai 106 Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri riuniti oggi a Roma nel Consiglio Nazionale, il Presidente della Federazione, la Fnomceo
, Filippo Anelli. Che ha così dato il via ufficialmente a quella fase di revisione preannunciata pochi giorni fa a Milano, di fronte alla platea dell’
Assemblea nazionale dei presidenti delle Commissioni di Albo Odontoiatri.
A giugno, un grande incontro segnerà il passaggio di testimone tra i lavori degli Stati Generali e quelli per la stesura del testo aggiornato.
“Già in una fase pre-pandemica – ha ricordato -, nel corso degli Stati generali, era emersa la necessità di ridefinire la deontologia medica alla luce dei profondi mutamenti della nostra società. E di cambiare il nostro Codice Deontologico, che è sempre stato un punto di riferimento per tutti i medici e gli odontoiatri cui ispirare i comportamenti e gli atti professionali. Un codice che, nella sua forma attuale, risente ancora dell’impostazione che ha caratterizzato le prime stesure di circa cento anni orsono e quella del 1958 - il cosiddetto “Codice Frugoni” - su cui sono intervenuti tutti i successivi aggiornamenti”.
“La pandemia ha accelerato il processo avviato per ridefinire il ruolo e le funzioni del medico – ha affermato -. La professione medica si è manifestata quale indispensabile presidio per la tutela della salute della persona e della comunità, ma ha anche evidenziato la sua fragilità a fronte di un’emergenza che ha imposto cambiamenti epocali nel giro di qualche settimana, come l’utilizzo di nuove e più complesse procedure telematiche nell’esercizio professionale e l’affidamento di compiti che sino a ieri erano riservati esclusivamente alla professione medica oggi attribuiti anche ad altre figure professionali, quali la vaccinazione o l’intercettazione dei bisogni di salute nelle case di comunità”.
“Quella visione romantica del medico che giura di curare tutti e di non far distinzione alcuna ha fatto sviluppare l’idea che i medici fossero eroi, marginalizzando invece il ruolo professionale svolto anche in mancanza di protocolli di sicurezza efficaci – ha sottolineato -. Proprio quella visione, quel modello di professione è stato poi distorto da certa stampa, al punto da essere strumentalmente utilizzato contro la nostra stessa professione, accusata, ad esempio, di tradire il giuramento per aver demandando alle USCA il monitoraggio clinico del malato covid a domicilio, a causa della mancanza dei dispositivi di protezione individuale da parte dei curanti. Anche negli ospedali il numero esorbitante dei malati Covid, la mancanza di dispositivi e la carenza dei medici e dei professionisti hanno creato dilemmi etici che hanno lacerato la coscienza di molti colleghi. Ad esempio, gli anestesisti hanno dovuto scegliere chi attaccare ai respiratori. Lo hanno fatto sulla base di criteri da medicina di guerra, su cui siamo intervenuti per renderli coerenti con il Codice”.
“Oggi abbiamo una grande ambizione: quella di coniugare la nostra storia, i nostri principi etico-deontologici con le nuove esigenze che un nuovo ruolo della professione, in una società completamente diversa da quella del passato, richiede- ha esplicitato -. Sono tante le sfide che ci attendono per ridare un nuovo ruolo alla professione medica”.
Ed ecco, nella visione del Presidente Fnomceo, come dovrebbe essere quello che Anelli ha definito “il medico dell’oggi e del domani”.
Non potrà, nella sua attività, fare a meno delle “macchine”: robot, calcolatori, frutto anche delle scoperte della fisica quantistica. Dovrà saper ben usare l’intelligenza artificiale per assicurare l’efficacia del suo esercizio professionale, condizionare la ricerca e lo sviluppo di una medicina orientata sempre più verso quella di precisione.
Dovrà diventare il “medico del cittadino”, e non già della malattia; utilizzerà sempre più la comunicazione e la relazione con la persona come strumenti caratterizzanti il suo ruolo professionale in tutti i processi di cura – ambito esclusivo del medico - qualificando le sue attività come garante dei diritti dei cittadini e rafforzando il suo ruolo sociale.
Svolgerà un ruolo fondamentale nella difesa del pianeta, in una visione ove la tutela della salute passa per un’adeguata salvaguardia del “creato”. Questo significa cooperare per ottenere minor inquinamento, difesa dell’ambiente, rispetto della flora e della fauna in un equilibrio ottimale per garantire la salute di tutti.
Sarà, infine, colui che, anche nell’approccio empirico, esperienziale e pragmatico, dovrà affrontare la complessità del malato e la sua singolarità avendo cura di utilizzare la scienza come riferimento della sua opera professionale.
Per questo, ha spiegato Anelli, “dovrà essere formato alla relazionalità, alla multidisciplinarietà e multi-professionalità, adeguando i programmi formativi ai cambiamenti sociali ed economici, ivi compresi gli aspetti legati all’uso delle “macchine” e al rispetto dell’ambiente”.
“Il fine sarà essere la formazione di un medico capace di decidere in autonomia e responsabilità – ha concluso -. Un medico che, in “Scienza e Coscienza”, ispirerà la sua opera professionale nel rispetto della volontà e dei diritti della persona assistita”.
Alcune questioni inedite, a parere del Presidente Fnomceo, devono essere inoltre affrontate nel processo di revisione del Codice di Deontologia Medica:
- il rapporto tra deontologia e diritto
- la disciplina del biodiritto
- la deontologia nel contesto europeo
- il codice quale fondamentale intermediario tra diritto, professione e società
- la revisione del codice come momento di partecipazione democratica e civile.