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QS Edizioni - sabato 17 agosto 2024

Snami: “Una proroga mascherata che penalizza i medici di famiglia”

17 giugno - “Una proroga mascherata che non rispetta i sacrifici sostenuti fin qui dai medici di famiglia per la digitalizzazione dei certificati di malattia”. È questa la posizione dello Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici italiani) che ha espresso disappunto e insoddisfazione per l’esito dell’incontro di ieri sulla certificazione on line. “Di fatto – ha commentato Angelo Testa il presidente nazionale Snami – si tratta di una proroga mascherata, perché il dicastero della Funzione pubblica aveva ripetuto più volte che la quarta circolare sarebbe entrata in vigore dal 18 giugno, ossia novanta giorni dalla data di emanazione”.
Ed è proprio questo rinvio che non piace allo Snami: per i medici di famiglia, già oberati da una burocrazia che invade progressivamente il tempo dedicato alle visite, l’eliminazione dell’attestato cartaceo porterebbe un apprezzabile risparmio di tempo e risorse. Di qui il disappunto di Testa per un rinvio che costringerà i generalisti a reggere il sistema sulle loro spalle ancora per tre mesi. “I datori l’hanno avuta vinta – ha aggiunto il presidente del sindacato autonomo – e mi sfuggono i motivi: noi certifichiamo ogni giorno servendoci del portale dell’Inps, non capisco perché loro non possano fare altrettanto per scaricare l’attestato del dipendente in malattia. Troppo dispendioso per le piccole imprese? Noi siamo imprese con un solo dipendente, eppure la certificazione on line ci è stata imposta senza alcuno sconto. D’ora in avanti le circolari si applicheranno dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale anche per noi”.
Nell’incontro, poi, è stato anche chiarito il reale valore del dato fornito dall’Inps nella precedente riunione del 6 giugno, secondo il quale il 98% dei certificati di malattia viaggerebbe ormai on line. “Ho chiesto delucidazioni – piega Testa – e i funzionari dell’Ente mi hanno spiegato che la rilevazione riguarda soltanto i certificati trattati da loro, ossia quelli relativi ai dipendenti privati per assenze di malattia superiori ai 3 giorni. Si tratta quindi di una fotografia parziale della certificazione, che tra l’altro esclude la certificazione di ospedali e Pronto soccorso, dove solitamente si attestano assenze di un giorno o due. Insomma, quel 98% è merito quasi esclusivo dei medici di famiglia, che si sono fatti carico di sacrifici non indifferenti per sostenere l’informatizzazione del sistema senza alcun riconoscimento economico. Il disappunto di ieri è anche conseguenza di questo”.
17 giugno 2011
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