8 marzo -
Carla Dotti è alla guida dell’Azienda ospedaliera “Ospedale civile di Legnano”dal 2008. Una tra le più estese della Lombardia: 1.400 posti letto, 4mila operatori, raggruppa anche gli ospedali di Magenta, Cuggiono e Abbiategrasso, per un bacino d’utenza di migliaia di pazienti. Medico, è stata Vicedirettore sanitario al “Niguarda” di Milano, direttore sanitario al “Sant'Anna” di Como e poi ancora al “San Paolo” di Milano. Per lei non ci sono differenze tra un uomo e una donna: è solo una questione di professionalità.
Dottoressa Dotti, possiamo iniziare a parlare di una sanità con un’impronta sempre più al “femminile”?
Diciamo che stiamo assistendo a un rilevante cambio di passo. Lo testimonia il fatto che quasi il 65% del personale del Ssn è donna ed anche che negli ultimi venti anni il numero delle donne alla guida delle Aziende sanitarie è aumentato. È anche vero che c’è ancora un modello di riferimento “maschile”, anche se quando sei alla guida di una grande azienda, alla fine quello che emerge è il “tuo” modo di essere, che prescinde dalla diversità di genere. La formazione professionale, l’estrazione culturale, la personalità del manager fanno veramente la differenza. Io sono un medico e ho sempre lavorato nel pubblico, questo mi porta inevitabilmente ad avere un approccio diverso da chi ha alle spalle un altro percorso professionale. Se poi vogliamo parlare di un’impronta più “femminile” la possiamo trovare nella capacità di accoglienza e di ascolto, in quel contributo esclusivo di sensibilità di cui le donne sono dotate. Un contributo di umanità che fa la differenza soprattutto in un’organizzazione che non punta solo a processi produttivi di beni o servizi, ma che deve dare risposte ai bisogni di salute delle persone.
Quindi quali sono le caratteristiche principali che secondo lei dovrebbe avere un manager?
Ascolto, pazienza e capacità di portare a termine gli obiettivi. La mission di un’Azienda è quella di offrire un servizio alla persona, e per capire quello di cui le persone hanno bisogno è necessaria una capacità di ascolto che deve però essere sempre accompagnata da un’altra grande dote: la pazienza. Soprattutto bisogna fare. Quello che riesci a realizzare, l’opera fatta, trascina molto di più di qualsiasi filosofia o di qualsiasi discorso. Se gli altri non vedono quello che realizzi non ti viene dietro nessuno.
Che suggerimenti darebbe alle donne che vogliono mettersi in gioco?
Tanti anni fa Marisa Bellisario, in un’intervista ha detto che sono tre le cose che una donna deve avere: credere in se stessa, quindi una forte autostima, una grande forza di volontà e accettare le regole del gioco. Che possono anche essere regole create dall’uomo. Ma rispetto a venti anni fa, ora le regole possiamo crearle noi: abbiamo un’energia maggiore proprio perché dobbiamo dimostrare di più.