11 novembre -
“C’è una contraddizione” tra la norma del “Collegato lavoro” che dà ai medici la possibilità di presentare istanza di permanenza in servizio fino a 70 anni e quella della legge Brunetta che prevede la possibilità per i Dg di interrompere il rapporto di lavoro dei professionisti che hanno raggiunto i 40 anni di contributi compresi i riscatti, anche se non hanno ancora 70 anni. “A risolverla, però, deve essere il legislatore”. Così Giovanni Monchiero, presidente della Fiaso, risponde alla possibilità di contenzioso tra azienda e medico a cui le due norme aprono la strada.
In ogni caso, secondo Monchiero, è giusto che all’azienda sia data la possibilità di valutare la domanda del medico di rimanere in servizio fino a 70 anni. “Non si tratta di rottamazione”, ma di dare all’azienda, responsabile delle prestazioni che eroga, la possibilità di valutare se un professionista è in grado di esercitare la professione ad alti livelli di qualità anche superata la soglia dei 65 anni. L’eventuale rifiuto dell’azienda, infatti, sarebbe secondo il presidente della Fiaso un atto a tutela della salute dei cittadini.