12 febbraio -
“La responsabilità professionale dei medici e degli operatori che lavorano nei punti nascita e la messa in sicurezza di queste strutture sono state le motivazioni che ci hanno spinto esattamente un anno fa, a scioperare. All’epoca non c’era un Governo in carica con il quale confrontarci e ci siamo rivolti ai partiti per chiedere di inserire questi temi nell’agenda dei loro impegni politici. È passato un anno, abbiamo un Governo, ma i problemi che abbiamo sollevato sono rimasti irrisolti e siamo ancora nella fase delle promesse. Un numero crescente di Aziende sanitarie, con la complicità delle rispettive Regioni, cerca di sfuggire al suo dovere di rispondere alle richieste di indennizzo per danni da errori sanitari e di scaricarle sui medici". E' quanto dichiarato dal presidente della Federazione sindacale medici dirigenti (Fesmed),
Carmine Gigli, sullo stato di agitazione dei ginecologi.
"Il Ministero della salute latita. La legge Balduzzi (189/2012) stabiliva che, su proposta dello stesso Ministro, entro il 30 giugno 2013, venisse emanato il DPR finalizzato ad agevolare l'accesso alla copertura assicurativa degli esercenti le professioni sanitarie - ha spiegato -. I tavoli tecnici convocati al Ministero della salute hanno concluso i loro lavori da mesi e nei giorni scorsi il Ministro Lorenzin ha dichiarato in un’intervista che ‘le proposte fin qui fatte non vanno bene’. Anche noi siamo convinti, come dice il Ministro, che si devono ‘conciliare l’esigenza del cittadino ad essere garantito sul risarcimento di un eventuale danno subito e quella del medico di poter operare’ mma, siamo altrettanto convinti che se non si affrontano i problemi non si fanno passi in avanti e la speranza di stroncare la medicina difensiva rimane solo un’illusione. In Parlamento sono state depositate, da maggioranza e opposizione, ben sette proposte di legge sulla responsabilità professionale ma non si sa quando verranno discusse".
"I medici chiedono una legge che dia delle certezze e gli consenta di ristabilire al più presto l’alleanza con i cittadini, messa in crisi dall’ombra incombente del contenzioso medico-legale - ha concluso il presidente Fesmed -. Per questo motivo torniamo a protestare e proclamiamo lo stato di agitazione della categoria e in mancanza di risposte, ci dichiariamo pronti ad organizzare manifestazioni sensibilizzanti e a proclamare lo sciopero della categoria”.